Le prospettive a medio termine per la stabilità dei prezzi nella zona euro – restano relativamente confortanti -, ma c’è il rischio che i tassi d’inflazione inneschino ‘richieste di aumenti delle retribuzioni’. Lo afferma l’Fmi, nel rapporto sulla zona euro pubblicato oggi. Sull’inflazione, il punto di vista dell’Fmi coincide sostanzialmente con quello della Banca centrale europea: l’aumento dei prezzi si può spiegare con l’impatto dell’aumento all’import dei prezzi dell’energia e delle derrate alimentari.
Senza questi fattori esterni, l’inflazione interna all’area euro sarebbe intorno all’1,5%. Di qui, l’impressione di un rischio ridotto e la previsione che, senza ulteriori shock esterni e in presenza d’una persistente moderazione salariale, l’inflazione nella zona euro scenda sotto il 2% nella prima metà dell’anno prossimo.
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