Il Fondo monetario internazionale non e’ ottimista sull’economia, sia a livello globale che, nel dettaglio, per quella italiana. Le stime diffuse stamattina rivedono ancora al ribasso le previsioni di crescita globale, al più 3,2 per cento quest’anno e al più 3,5 per cento nel 2017. Sull’area euro, il Fondo prevede più 1,5 per cento nel 2016 e più 1,6 per cento nel 2017. Con questi continui tagli, avvertono gli economisti di Washington, l’economia mondiale potrebbe “rallentare alla velocità di stallo e cadere in una stagnazione diffusa e di lungo periodo”.
Non va meglio per l’Italia: la nostra economia, scrive il Fondo, mostra una crescita “più debole del previsto” e nel 2016 registrerà un incremento del Pil limitato all’1% che salirà all’ 1% l’anno prossimo. Previsione, dunque, più pessimista rispetto a quella del governo, che venerdì scorso, nell’ultimo Documento di economia e finanza (Def) , aveva attestato le stime di crescita del Pil rispettivamente all’1,2% e all’1,4.
Il Fondo Monetario si rivela meno ottimista del governo di Roma anche sul versante del deficit pubblico e del debito: l’indebitamento netto italiano viene valutato al 2,7% del Pil quest’anno e all’1,6% a fronte del 2,3% e dell’1,8% rispettivamente contenuti nel Def. Il Fondo, a differenza del Governo, prevede che quest’anno il debito pubblico italiano continuerà a salire, passando al 133% (132,4% la stima del Def) del Pil per poi calare a partire dal 2017 a quota 131,7% (130,9% prevede il governo).
La buona notizia arriva invece dal fronte del lavoro. La disoccupazione, secondo Washington, continuerà a diminuire in misura visibile, con un calo che nel biennio è quantificato in un punto percentuale passando dall’11,9% registrato lo scorso anno, al 10,9% previsto per il 2017 con un passaggio all’11,4% quest’anno: si tratta di un calo di dimensioni analoghe a quello dell’Eurozona, che toccherà il 9,9% nel 2017. %.
Il caso italiano non è comunque isolato nel contesto della zona euro, che nel suo complesso ha registrato un taglio delle stime rispetto a gennaio e dove si prevede che la “modesta ripresa continui nel 2016-2017 , con l’indebolimento della domanda esterna compensato dai prezzi dell’energia più bassi, da una modesta espansione fiscale e da condizioni finanziarie di sostegno”. Se la crescita media dell’area euro è prevista al +1,5% per quest’anno e al +1,6% per il prossimo, anche per le altre maggiori economie di Eurolandia si prevedono incrementi “modesti”: dall’1,5% e 1,6% della Germania, all’1,1% e 1,3% della Francia. Unica eccezione notevole la Spagna, per la quale gli economisti di Washington stimano una crescita rispettivamente pari al 2,6% e al 2,3%.