Nuovo rallentamento dell’attività delle imprese nell’area euro, che ad agosto ha segnato il minimo da 4 mesi a questa parte ma soprattutto il secondo mese, più debole da quasi 2 anni. L’indice dei responsabili degli approvvigionamenti, per l’insieme di manifatturiero e terziario, si è attestato a 54,2 punti a settembre, secondo la stima preliminare della società di ricerche Ihs Markit, dai 54,5 punti di agosto. Anche se notevolmente superiore alla soglia di non cambiamento di 50 punti, secondo la società di ricerche l’ultima lettura ha il valore più basso da novembre 2016, con l’unica eccezione di maggio scorso.
A pesare è stata soprattutto la frenata del manifatturiero, il cui relativo Purchasing managers’ index a 53,3 punti, dai 54,6 di agosto, è caduto al minimo da 24 mesi. E per la prima volta in cinque anni, l’espansione del manifatturiero è stata frenata della stagnazione degli ordini esteri. Gli ordini hanno segnato per la seconda volta il valore più debole da ottobre 2016 mentre le commesse non ancora completate hanno registrato l’incremento più lento da settembre 2016. La crescita occupazionale ha mantenuto maggiormente la sua posizione.
I fattori che hanno alimentato il rallentamento sono principalmente guerre commerciali, Brexit, calo della domanda globale (in particolare dell’auto), crescente avversione al rischio, riduzione delle scorte e aumento dell’incertezza politica, ha spiegato il capo economista di Markit, Chris Williamson. “Fortunatamente, il rallentamento si è limitato al settore manifatturiero”, a fronte di “una crescita vigorosa dei servizi. Tuttavia, visto il volume di crescita fortemente ridotto rispetto all’inizio dell’anno dei nuovi ordini e del lavoro inevaso, viste le sfumate prospettive di crescita delle esportazioni e le aspettative future ai livelli quasi minimi, le previsioni di crescita sembrano apparire negative”.
Annalisa Buccellato