Il segretario provinciale Ugl Foggia, Gabriele Taranto sottolinea l’aggravarsi del problema occupazionale nell’area di Capitanata a causa della riduzione delle tutele contrattuali, “con ricadute sul tenore di vita e la ripresa dei consumi scesi del doppio rispetto al resto del Paese rispetto al 2014”.
Stando agli ultimi dati dei CPI (centri per l’impiego) pubblicati, rispetto al 1° trimestre 2015 si rileva un incremento dei contratti a tempo determinato (+ 3.365 pari al 10% in più), e un decremento di quelli a tempo indeterminato (- 1.841 pari al 37% in meno). Le trasformazioni a tempo indeterminato di contratti a termine, incluse le trasformazioni degli apprendisti, sono state 351 (257 in meno rispetto al 1° trimestre 2015).
Se da un lato le assunzioni complessive aumentano del 2,5% rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso, dall’altro l’88% delle assunzioni è stato formalizzato con contratti a tempo determinato, e solo l’8% con contratti a tempo indeterminato. Il 62% dei contratti a tempo determinato ha una durata superiore a tre mesi. Il 49% delle cessazioni avviene per scadenza contratto.
L’agricoltura e i servizi registrano rispettivamente il 47% e il 22% dei rapporti cessati. Il settore agricolo concentra il 63% dei rapporti di lavoro. Il 17% riguarda i servizi. Il 7% l’industria. Il 5% l’edilizia. Il 4,5% alberghi e ristorazione. Il 4% commercio. Il 68% delle assunzioni è riferito a lavoratori privi di qualifica. Questi i titoli di studio: 33% licenza media, 27% qualifica professionale, 19% diploma di scuola secondaria superiore, 15% licenza elementare o nessun titolo di studio, 5% laurea.
Il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone si associa alle preoccupazioni espresse da Taranto, aggiungendo che l’introduzione del contratto a tutele crescenti ha fatto crescere l’occupazione solo tra gli over 50, per effetto diretto dell’innalzamento dell’età pensionabile e del superamento del sistema delle quote, derivanti dalla somma di età ed anzianità contributiva.”