Maria Grazia Gabrielli, segretario nazionale della Filcams Cgil, perché non avete sottoscritto l’accordo?
Non abbiamo sottoscritto questo contratto perché non porta elementi sufficienti di equilibrio. L’intesa attua pienamente tutti gli elementi che la Cgil ha contestato dell’accordo sulla riforma del modello contrattuale del 2009. In particolare introduce l’indice Ipca per misurare l’incremento economico e l’istituto delle deroghe che indebolisce la funzione del contratto nazionale.
Altri elementi che non condividete?
Il recepimento delle indicazioni contenute nel collegato lavoro sul quale la Cgil ha espresso il suo dissenso a partire dalla clausola compromissoria e dalla certificazione. E poi ci sono altri aspetti peggiorativi per la malattia, i permessi individuali e la contrattazione di secondo livello.
Cosa non approvate in materia di contrattazione di secondo livello?
Il sistema definito non garantisce l’estensione del secondo livello. La Filcams condivide la necessità di rafforzarlo, da tempo ci stiamo lavorando ma i risultati non sono stati confortanti. Contestiamo il meccanismo derogatorio, che difficilmente può portare risultati positivi, attivato in caso di crisi, sviluppo o anche per raggiungere maggiori livelli di produttività. La contrattazione decentrata è limitata a pochi aspetti del contratto nazionale. Riteniamo non sufficiente l’elemento economico di garanzia. In questo modo il meccanismo indebolisce il secondo livello, perché l’elemento economico offre alle aziende un elemento in più per non farla.
Per quanto riguarda la gestione della malattia su quali aspetti non siete d’accordo?
Abbiamo giudicato negativamente due cose. In particolare non approviamo che il trattamento della malattia non sia gestito dall’Inps perché questa scelta indebolisce lo strumento di tutela universale dei diritti costruito dall’istituto. E poi viene colpito direttamente il lavoratore perché l’intesa stabilisce che per combattere l’assenteismo vengano pagati al 100% i primi tre giorni di lavoro solo per i primi due eventi di malattia, il 50% per il 3° e 4° evento e non prevede nulla per il 5° evento. Condividiamo il problema dell’assenteismo, ma questo meccanismo generico non va bene perché finisce per colpire anche i lavoratori che si ammalano per davvero.
Firmerete l’ipotesi d’accordo se sarà votata dai lavoratori?
Sì perché, pur ritenendo questo accordo peggiorativo della situazione, non ci sono diritti indisponibili. Firmeremo però in presenza di una consultazione reale.
Cosa significa?
Una consultazione documentata, con regole di gestione stabilite insieme alle altre organizzazioni sindacali.
Francesca Romana Nesci