I tre operai della Fiat di Melfi reintegrati dalla Corte d’Appello di Potenza non hanno avuto «nessuna volontà diretta a impedire l’attività produttiva» il 7 luglio 2010. Lo hanno scritto i giudici nelle motivazioni della sentenza evidenziando che i tre «non hanno avuto nessun gesto di sfida nei confronti dell’azienda».Secondo i giudici, I licenziamenti dei tre operai della Fiat di Melfi rappresentano «nulla più che misure adottate per liberarsi di sindacalisti che avevano assunto posizioni di forte antagonismo» con «conseguente immediato pregiudizio per l’azione e la libertà sindacale».
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