Ammettere i lavoratori stranieri alla procedura di emersione dal lavoro irregolare, per non togliere alle famiglie italiane l’aiuto di colf e badanti, persone che svolgono compiti essenziali all’interno del nucleo familiare: è questa la richiesta di Cgil, Cisl, Uil e Acli che, insieme ai rispettivi patronati aderenti al Ce.Pa. (Inca, Inas, Ital,, Patronato Acli), chiedono al Ministero dell’Interno di voler riconsiderare quanto previsto da una circolare del 17 marzo scorso, firmata dal Capo della Polizia Manganelli.
Nonostante le persone per cui era stata disposta l’espulsione motivata per ingresso o per permanenza irregolare fossero state ammesse, per legge, alla procedura di emersione da lavoro irregolare dei lavoratori stranieri, avvenuta a settembre del 2009, la circolare vieta ora a questi soggetti di completare l’iter di regolarizzazione.
Il risultato è, secondo i sindacati, “che gli stranieri colpevoli esclusivamente di essere illegalmente presenti nel nostro Paese vengono messi sullo stesso piano degli stranieri colpevoli di reati per motivi di ordine e sicurezza dello Stato o per furto, rapina, violenza sessuale, riduzione in schiavitù o altri di grave entità”. (LF)
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