“Il Governo, dopo essersi presentato come il paladino dei giovani, della riduzione della precarietà e dell’universalità degli ammortizzatori sociali, produce un disegno di legge che tradisce quegli obiettivi2. È uno dei passaggi del documento finale del direttivo della Cgil, approvato ieri sera (con 90 sì, 35 no e 6 astenuti) e diffuso oggi. Sull’articolo 18 il sindacato ha detto che “l’enfasi del governo sull’articolo 18, ovvero sui licenziamenti facili, si è tradotta nel primo vero passo indietro del governo stesso”.
Il direttivo si è anche soffermato sul pubblico impiego. “Va aperto – si legge – un vero confronto per l’attuazione anche nei settori pubblici del contrasto alla precarietà; si propone invece una inaccettabile e generica mobilità, presupponendo esuberi mai dimostrati”. “Questa ipotesi – sostiene – è tanto più inaccettabile mentre è ancora del tutto oscuro come il ministro per la pubblica amministrazione intenda esercitare la delega contenuta nell’art.2 del Ddl sul mercato del lavoro. La scelta del Governo va respinta con ogni azione di contrasto fino allo sciopero generale del lavoro pubblico che sarà, ovviamente, proclamato dalle categorie”.
La Cgil conferma la propria volontà di aprire invece un negoziato sul lavoro pubblico come “mezzo per riqualificare ed estendere il welfare nel nostro Paese”. (LF)