Cgil, Cisl e Uil commemorano il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta a 27 anni dalla strage di Via d’Amelio.
“Un uomo straordinario, il cui coraggio e insegnamento ci dà ogni giorno la forza per continuare a batterci contro tutte le mafie, l’illegalità e la corruzione. Mali che purtroppo ancora oggi impediscono all’Italia di ritrovare la strada e la prospettiva dello sviluppo economico, democratico e civile”. Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra ricorda l’uccisione del giudice Paolo Borsellino a 27 anni dalla strage di via d’Amelio in cui persero la vita anche gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.
Per il dirigente sindacale “è fondamentale mantenere vivo il ricordo di Borsellino che, con il suo lavoro, ha posto un fondamentale tassello nella lotta alle mafie, soprattutto in un’epoca come la nostra in cui la paura, alimentata e fomentata, sta compromettendo la tenuta sociale e sta aprendo la strada a nuove forme di violenza”.
“La Cgil ricorda quindi con commozione e profondo dolore quell’orrenda strage mafiosa – conclude Massafra -, per la quale attendiamo di conoscere ancora la verità: chi furono i mandanti, chi dispose gli insabbiamenti, chi favorì i depistaggi”.
“La Cisl non dimentica Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, servitori dello stato ed eroi del nostro tempo a cui gli italiani saranno sempre riconoscenti”. È quanto sottolinea oggi sul quotidiano “Il Dubbio” la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ricordando la figura del magistrato assassinato 27 anni fa a Via D’Amelio.
“Quelle stragi orribili di Palermo, furono un colpo durissimo per il nostro paese. Falcone e Borsellino erano due grandi magistrati che avevano cercato di combattere la mafia con grandi capacita’ investigative, individuando responsabilità, convivenze e connessioni, anche dentro lo Stato”, aggiunge la leader Cisl. “Non bisogna abbassare la guardia. Oggi in Italia la presenza e le infiltrazioni di mafia, ‘ndrangheta e camorra sono forse ancora più forti del passato ed anzi si sono estese in tutte le aree del paese, nelle attività economiche, negli appalti pubblici, nel gioco d’azzardo, nella gestione dei rifiuti, nel caporalato, nello sfruttamento dell’immigrazione clandestina”. La Furlan sottolinea anche nel suo intervento l’impegno rilanciato in queste settimane dalla Cisl nelle periferie urbane e del lavoro. “La criminalità si annida nella povertà, si nutre oggi delle diseguaglianze crescenti nel paese, nel senso di solitudine e di frustrazione delle persone. E’ un errore pensare che la lotta per la legalità sia cosa diversa e separata da quella per la crescita sociale, per gli investimenti e per lo sviluppo economico. Il tempo di questa lotta è unico. Il lavoro è ciò che rende liberi dai ricatti della malavita, che rende davvero la persona completa, le permette di esprimersi, di contribuire al bene comune”.
“Ventisette anni fa, Paolo Borsellino e la sua scorta furono assassinati dalla mafia, in una delle stagioni più buie della nostra Repubblica. Quando ricordiamo quei servitori dello Stato che furono trucidati nell’adempimento del loro dovere non possiamo solo commemorare, ma dobbiamo assumere l’impegno ad adoperarci, ciascuno per la propria parte, affinché ciò che è successo non accada mai più. È con questo spirito che, non solo oggi ma ogni giorno, dobbiamo e vogliamo onorare la memoria di quei martiri, indicando a tutti e soprattutto ai giovani la via della giustizia e della legalità”. Così il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo.
TN