Giornata sospesa, oggi nel ‘’mondo Fiat”. In attesa dei risultati del referendum a Somigliano, non solo sindacati e forze politiche ma, ovviamente, anche le altre fabbriche del gruppo, che temono una sorta di ‘’effetto domino”. Se passeranno le nuove regole all’ex Alfa sud, e’ il ragionamento di molti dipendenti Fiat, e’ quasi scontato che vengano poi estese, via via, alle altre realta’ del gruppo. Mentre i piu’ rassegnati sembrano proprio i cinquemila di Pomigliano, che oggi hanno piu’ o meno tutti commentato: ‘’non ci piace, ma non c’e’ alternativa”. Fuori dal perimetro della fabbrica napoletana, pero’, la tensione serpeggia. A Mirafiori la preoccupazione resta alta: molti pensano che il ‘modello Pomigliano’ sarà applicato anche negli altri impianti italiani del gruppo. La mobilitazione, quindi, non si ferma e oggi è andata avanti la raccolta firme a supporto della lettera aperta presentata dalla Fiom e indirizzata a Sergio Marchionne. A Termini Imerese gli operai attendono l’esito del referendum di Pomigliano senza nascondere che è proprio il progetto di trasferimento della produzione della Panda dalla Polonia allo stabilimento campano ad aver decretato la fine della loro fabbrica. Il timore maggiore è il disinteresse calato sul futuro dello stabilimento, mentre tutta l’attenzione e’ concentrata su Pomigliano, ‘’dimenticando” la sorte -ormai segnata- dei 2.200 dell’impianto siciliano. Ancora a nord, nell’ex Alfa di Arese, i dipendenti hanno hanno protestato contro il piano Fiat su Pomigliano bloccando la portineria sud-ovest dello stabilimento. Solidarietà alle tute blu dello stabilimento campano del Lingotto è anche arrivata dai lavoratori della Piaggio, che questa mattina hanno scioperato dalle 9 alle 11.
Alle nove di questa sera si apriranno le urne, e iniziera’ il conteggio delle schede. L’afflusso al voto e’ stato massiccio. E’ quasi scontato il successo netto dei si’, anche se la Fiom ha denunciato, nel corso della giornata, casi di ‘’intimidazione” nei confronti dei lavoratori. In ogni caso, e’ gia scontato che una affermazione, per quanto netta, dei consensi all’accordo, non sara’ sufficiente garanzia per Sergio Marchionne, che esige anche l’adesione della Fiom. Ottenerla, pero’, non sara’ affatto facile. Anche se la ‘’casa madre” Cgil e’ favorevole all’intesa, sperando di apportare alcune modifiche ai capitoli piu’ aspri, tra cui la malattia e il diritto di sciopero, l’unica arma in mano al ticket Epifani-Camusso e’, al momento, quella della moral suasion. Che tuttavia, la storia ha gia’ dimostrato, raramente fa presa sull’ala piu’ oltranzista del sindacato.
Nunzia Penelope