Ridurre polveri e diossine in maniera significativa per “costruire un futuro sostenibile per l’Ilva”. È l’obiettivo chiave del documento presentato al tavolo al ministero dello Sviluppo economico da ArcelorMittal, azionista di maggioranza della cordata Am Investco che, nel giugno 2017, ha vinto la gara per lo stabilimento tarantino. Un “addendum” con gli impegni aggiuntivi che la società vuole realizzare oltre a quelli previsti dal contratto firmato un anno fa.
Nel documento ArcelorMittal si impegna a “eliminare le fonti di inquinamento attraverso l’implementazione delle misure di tutela ambientale” e ad “accelerare i tempi di esecuzione degli interventi ambientali”.
La società si impegna anche a “mantenere la produzione dell’acciaieria a ciclo integrato ad un livello non eccedente gli 8 milioni di tonnellate di acciaio liquido annue” e prevede la “possibilità di implementare ulteriorlmente tale livello produttivo mendiante l’impiego” di “processi di produzione a basso utilizzo di carbone (quali processi di produzione a base di gas naturale)”. Ciò, peraltro, solo dopo che siano state “verifocate le relative condizioni di sostenibilità tecnica e economica” e solo “per la realizzazione dei volumi produttivi addizionali” rispetto agli 8 milioni di tonnellate annue.
Inoltre, l’addendum prevede l’ obbligo ad “elaborare e trasmettere alle Concedenti, ogni due anni, uno studio di fattibilità in merito all’implementazione presso lo stabilimento di Taranto di processi di produzione alimentati a gas naturale – nonché di processi alternativi di produzione a basso utilizzo di carbone – basato sui criteri del Contratto e recante puntuale indicazione del prezzo del gas naturale e/o delle altre risorse alternative impiegate che renderebbero sostenibile l’implementazione delle tecnologie considerate”.
Questi miglioramenti, in particolare, significano una “riduzione del 15% delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido prodotto”. Per l’impianto di sinterizzazione è previsto un taglio del 30% per le polveri e del 50% per le diossine. L’azzeramento delle polveri (wind days) sarà nel 2020, con 18 mesi di anticipo, mentre per l’acqua ci sarà una riduzione dell’utilizzo del 15% nel 2023.
Si arriverà poi a una “economia circolare attraverso l’utilizzo di rottami per ridurre ulteriormente CO2 e consumo energetico”. Per la trasparenza, ArcelorMitta si impegna a una “attiva cooperazione annua con l’Arpa Puglia, l’Asl e l’Ares per la valutazione del danno sanitario”. La società vuole essere di “supporto alla crescita e al benessere delle comunità locali”, adottando anche “forme di tutela e promozione dell’utilizzo dei fornitori locali”. L’azienda punta anche a “favorire la positiva conclusione della procedura sindacale tenendo conto della sostenibilità del piano industriale” e al “regolare pagamento dei fornitori”.