Arrivano i dati Istat definitivi sul mercato del lavoro 2015, portando buone notizie e altre meno buone. Le buone riguardano l’aumento degli occupati per il secondo anno consecutivo, pari a 186 mila unita’ che portano quindi il tasso di occupazione al 56,3% (+0,6 punti). L’altra buona notizia e’ il calo della disoccupazione, che per la prima volta da sette anni scende sotto il 12%, attestandosi a 11,9%.
E qui iniziano le notizie meno buone. La crescita riguarda sopratutto gli uomini e, per di piu’, gli ultracinquantenni. Donne e giovani restano ancora esclusi dal mondo del lavoro. L’aumento dell’occupazione maschile (+139 mila, +1,1%) e’ più che doppio rispetto a quello delle donne (+47 mila, +0,5%), e si riflette nella dinamica dei tassi di occupazione (+0,8 punti rispetto a +0,3 punti). Al maggiore calo del tasso di disoccupazione delle donne si associa l’aumento del tasso di inattività (piu’ 26 mila) diminuito invece per gli uomini. Scendono anche gli occupati piu’ giovani, quelli tra 15 e 34 anni (-27 mila, -0,5%), cosi’ come i 35-49enni.
In compenso, si riducono i divari territoriali, con la crescita dell’occupazione più accentuata nel Mezzogiorno (+94 mila, +1,6%) in confronto al Centro (+40 mila, +0,8%) e al Nord (+52 mila, +0,4%), a cui si accompagna il maggior aumento del tasso di occupazione e la diminuzione più forte di quello di disoccupazione.
Gli stranieri segnalano una minore crescita del tasso di occupazione (+0,4 punti in confronto a +0,6 gli per italiani) e un calo più lieve di quello di disoccupazione (-0,7 rispetto a -0,8 punti). Più svantaggiate sono soprattutto le donne straniere: il tasso di occupazione scende (-0,4 punti a fronte di +0,4 le per italiane) e quello di inattività aumenta di più (+0,6 contro +0,3 punti).
Si riduce il numero di chi cerca lavoro da almeno 12 mesi, la cui incidenza passa dal 60,7 al 58,1%, mentre crescono le forze di lavoro potenziali (+98 mila, +2,8%). Per il primo anno dal 2004, inizio della serie storica, diminuisce il numero degli scoraggiati (-42 mila, -2,1%), la cui flessione è iniziata nel secondo trimestre.
Da cinque anni prosegue, invece, la diminuzione del numero di lavoratori indipendenti (-22 mila, -0,4%) dovuta nel 2015 ai collaboratori, in calo dal secondo trimestre. Dopo sei anni di calo, torna a crescere il lavoro a tempo pieno (+110 mila, +0,6%) quasi soltanto tra gli uomini (+104 mila, +0,9%); continua, a ritmi meno sostenuti, la crescita del tempo parziale, ininterrotta dal 2010 e concentrata tra le donne. Prosegue con minore intensità l’aumento del part time involontario (+2,2%), mentre si rafforza la crescita di quello volontario (+2,7%).
Anche nel quarto trimestre 2015 gran parte degli indicatori sul mercato del lavoro hanno segnato un miglioramento. L’occupazione stimata dall’indagine sulle forze di lavoro è pari, al netto degli effetti stagionali, a 22 milioni 583 mila persone, stabile rispetto al trimestre precedente, dopo la crescita nel secondo (+0,4%) e nel terzo trimestre (+0,7%). Il tasso di occupazione sale di 0,1 punti, soprattutto per la crescita dei 50-64enni (+0,4 punti).
Sempre per quanto riguarda il quarto trimestre dello scorso anno, il tasso di disoccupazione rimane stabile all’11,5% rispetto al trimestre precedente e quello di inattività diminuisce in misura lieve (-0,1 punti) attestandosi al 35,8%. Prosegue per il secondo trimestre consecutivo il calo dei disoccupati, la cui stima scende a 3 milioni 53 mila unità (-366 mila in un anno). Anche il tasso di disoccupazione è in diminuzione su base annua (dal 13,3% del quarto 2014 all’attuale 11,9%), con una contrazione più accentuata per le donne e nel Mezzogiorno. Nel quarto trimestre 2015 continua la discesa della disoccupazione di lunga durata (almeno 12 mesi): dal 60,3% di un anno prima all’attuale 57,7%. Si stimano a 1 milione 762 mila le persone in cerca di occupazione da almeno un anno (-301 mila nel raffronto tendenziale).