La crescita economica proseguirà anche se a ad un tasso leggermente in flessione. E’ quanto prevede l’Istat nella sua nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.
A marzo, infatti, l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha registrato un aumento significativo portandosi sui livelli massimi dell’ultimo periodo. Il miglioramento interessa quasi tutte le componenti, con un deciso ridimensionamento delle aspettative sulla disoccupazione.
Tuttavia, nello stesso mese peggiora la fiducia delle imprese, con un incremento evidenziato solo dai giudizi delle imprese delle costruzioni. Per le imprese manifatturiere, sebbene il livello della fiducia rimanga elevato, peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia quelli sul livello delle scorte.
L’indicatore anticipatore registra una lieve flessione, rimanendo comunque su livelli elevati che suggeriscono il proseguimento della fase di crescita dell’economia.
Nel quarto trimestre dell’anno scorso l’Istat registra un aumento di consumi, reddito disponibile e potere d’acquisto delle famiglie italiane. Negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, i consumi delle famiglie italiane hanno registrato un aumento congiunturale (+0,5%), in accelerazione rispetto ai due trimestri precedenti. La crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (+0,6%) è stata lievemente più sostenuta rispetto a quella dei consumi finali.
“Di conseguenza – spiega l’Istat – la propensione al risparmio è stata pari all’8,2%, con un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Anche il potere di acquisto è migliorato (+0,2%)”.
Migliora l’occupazione, anche se ad un ritmo inferiore agli altri paesi europei, con più posti a tempo indeterminato e una “maggiore vivacità” della componente femminile.
A febbraio, spiega l’Istituto di statistica, gli andamenti del mercato del lavoro rimangono in linea con quelli dei mesi precedenti: il numero di occupati è sostanzialmente stabile (+0,1% rispetto a gennaio, -0,1% la variazione del trimestre dicembre-febbraio rispetto al trimestre precedente), con una netta divaricazione tra il significativo aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+54mila) e l’ulteriore flessione degli indipendenti (-39mila).
La componente femminile continua a mostrare maggiore vivacità, condizionando positivamente sia l’andamento della occupazione sia quello della disoccupazione. La diminuzione del tasso di disoccupazione italiano procede con una velocità più contenuta rispetto a quella registrata nei paesi dell’area euro.
A febbraio 2018 il tasso di disoccupazione italiano (10,9%) è inferiore di 0,6 punti percentuali rispetto a un anno fa. Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione dell’area euro è diminuito di un punto percentuale, portandosi all’8,5%.