Lo sviluppo di Ita, la nuova compagnia aera italiana, deriva dalle previsioni della Iata che “non sono marmoree”, ovvero possono variare. Lo ha detto la vice ministra al Mef, Laura Castelli, in audizione in Parlamento sul Piano industriale di Ita.
“Dalle previsioni di Ita – ha detto Castelli – derivano il numero di aerei, degli slot e del personale, previsioni che riguardano tutto il settore del trasporto aereo e che non sono marmoree. L’azienda – ha aggiunto la ministra riepilogando le trattative sostenute con la Commissione europea per l’avvio della newco – deve creare valore, ovvero deve essere profittevole”.
Inoltre, per Castelli gli organi societari di Ita hanno piena autonomia gestionale, senza indicazioni politiche. “L’autonomia societaria – ha detto la vice ministra – è uno dei pilastri” su cui è stata realizzata l’operazione. La società – ha proseguito – deciderà in piena autonomia, senza indicazioni politiche”. Il Piano industriale di Ita si fonda su due modelli “centrali per il successo della società, che è l’obiettivo di tutti: la discontinuità e la redditività”.
Ita, ha aggiunto la vice ministra “è una società che deve creare valore in misura comparabile con gli altri operatori, altrimenti avrebbe un vantaggio ingiustificabile”. Riepilogando gli obiettivi del Piano di Ita, Castelli ha proseguito affermando che Ita al 2025 si attende ricavi per 3,3 miliardi di euro.
E.G.