“I dati previsionali sul 2023 diffusi dalla Cgia Mestre sono allarmanti: aumenta del 6,2% il numero delle persone in stato di disoccupazione nella nostra regione. Tra le prime 5 province italiane, 3 sono laziali: Roma, Frosinone e Latina. Più a rischio sono i comparti manifatturieri, specie quelli energivori e maggiormente legati alla domanda interna, dei trasporti, della filiera automobilistica e dell’edilizia. Contestualmente i dati parziali del 2022 dell’Osservatorio sul precariato INPS disegnano un mercato del lavoro meno stabile, i nuovi contratti a tempo indeterminato attivati non arrivano al 18% del totale e un terzo dei quali sono part time. Nei primi 6 mesi del 2022, a fronte di 255 mila contratti a tempo determinato attivati, si sono registrate 200mila cessazioni”. Così, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio.
“Quello che emerge – continua la nota – è un mercato del lavoro stagnante e che vive, contemporaneamente, gli effetti di quattro crisi profonde: la pandemia, il carovita, la guerra in Europa e i costi dei servizi energetici. Una miscela esplosiva, che mette a rischio la stabilità economica delle famiglie.
In un contesto del genere servirebbero politiche industriali e di sviluppo importanti, che guardino alla transizione ecologica e alla creazione di occupazione sicura, stabile e di qualità. Di questi interventi non c’è traccia nella manovra di bilancio del Governo, che reintroduce i voucher in filiere centrali del sistema produttivo ed economico regionale, determinando una fuoriuscita importante dal lavoro dipendente verso il lavoro accessorio, più precario e meno tutelato e che non mette in campo misure concrete di sostegno ai redditi. Una manovra sbagliata, che va cambiata”.
tn