La gente non arriva più a fine mese e all’origine di questo enorme problema c’è l’emergenza salariale, perché “stanno massacrando il potere d’acquisto” e “c’è chi è povero anche lavorando”. È quanto evidenziato dal leader della Cgil, Maurizio Landini, intervistato questa mattina ad Agorà, che torna sul tema caldo del salario minimo che in questi giorni sta animando il dibattito pubblico dopo la presentazione di una proposta di legge da parte delle opposizioni depositata alla Camera. Per Landini, “sancire che non ci può essere una paga oraria al di sotto della quale non si va è utile”, ma stabilire un minimo salariale, da solo, non basta, perché occorre “una legge sulla rappresentanza per dare un valore di legge ai contratti. Bisogna applicare i principi della Costituzione. È uno strumento importante per cancellare i contratti pirata e dare una validità generale ai contratti nazionali. I diritti vanno estesi a tutti i tipi di lavoro”. Secondo Landini “i salari sono bassi perché c’è un livello di precarietà assurdo. Hanno esteso i voucher”.
Sul tema delle pensioni, invece, il numero uno della Cgil ribadisce che i confronti finora avuti con il governo “sono finti, non c’è una vera discussione”, ricordando che il sindacato ha avanzato delle proposte contenute in una piattaforma unitaria. L’accusa è rivolta principalmente all’assenza di risposte da parte delle istituzioni ad alcune delle domande più cogenti sul tema, come le risorse messe a disposizione per la previdenza, il superamento della legge Fornero, la possibilità di una pensione di garanzia per i giovani, il numero di anni di contributi utili per andare in pensione, l’introduzione della flessibilità in uscita a 62 anni e il riconoscimento del lavoro di cura. “Non abbiamo avuto nessuna risposta – incalza Landini -. Se la discussione è cambiare qualche virgola della legge Fornero non ci interessa. Il governo non ci sta dicendo quanti soldi ci vuole mettere. A fine anno si torna alla Fornero in modo secco”.
Quanto invece alla possibilità di una discesa in campo politico, Landini oppone una ferma negazione, ribadendo che il suo ruolo resta quello di lavorare nel sindacato al servizio degli iscritti: “È da quando sono diventato segretario della Fiom che tutte le volte che dico qualcosa rispondono ‘questo lo fa perché deve andare in politica’. Da dieci anni anni dico che non mi interessa – – e che il mio obiettivo è lavorare nel sindacato perché penso che il mio impegno, il mio compito, sia questo. Nei prossimi quattro anni sarò segretario della Cgil e ho il dovere di rispondere agli iscritti e alle persone che mi hanno votato. Non ho altre ambizioni”.
“Per uno come me che ha cominciato a fare l’apprendista a 15 anni già essere diventato segretario della Cgil non è una cosa che avrei mai pensato – ha aggiunto – per me è un impegno grandissimo. Ma io sto già facendo politica, perché il ruolo del sindacato è questo. Da sempre il sindacato ha una funzione politica. Non perché si sostituisce ai partiti, ma perché vuole dare voce a chi tiene in piedi il Paese”.
e.m.