La Commissione europea ha emesso oggi i giudizi sui progetti di bilancio trasmessi dai Paesi membri a ottobre. Per l’Italia, la legge di Stabilità ottiene un via libera con riserve: il primo esame di Bruxelles fornisce un ‘ok, ma l’Ue avverte che la Finanziaria è “a rischio di non conformità” con il Patto, essendoci nel 2016 “un rischio di significativa deviazione” dall’aggiustamento richiesto verso il pareggio di bilancio. Ci sarà quindi, come avvenuto lo scorso anno, una nuova valutazione in primavera. L’Ue chiede anche “le necessarie misure” per assicurare il rispetto dei target.
L’Italia ha già ottenuto una flessibilità pari a 0,4 punti di Pil sul bilancio 2015 per le riforme, rispetto ad un limite massimo pari allo 0,5 per cento del Pil. Ora sul 2016 chiede di raggiungere questo tetto con un altro decimale di punto. Bruxelles pretende di vedere “sforzi” per giustificare il ritocco. E poi si vuole verificare che l’invocata clausola sugli investimenti venga onorata “con progetti precisi cofinanziati con l’Ue” e, su questo versante, Roma chiede altri 0,3 punti di Pil.
Infine, come gli altri Stati in prima linea sull’emergenza immigrati, il Belpaese chiede una ulteriore flessibilità, per 0,2 punti, per fare fronte alle spese di accoglienza dei profughi. L’Ue ha ribadito di esser disposta a valutare la questione.
Ciò su cui la Commissione ha invece opposto una secca chiusura è l’ipotesi di sfruttare questa flessibilità per finanziare scelte sulla fiscalità che vanno conto le raccomandazioni dell’Ue. “In nessun caso – ha avvertito il vicepresidente, Valdis Dombrovskis,- la flessibilità sugli investimenti o sulle riforme può essere utilizzata per compensare un taglio delle tasse sulla casa”.
Nel mirino c’è l’abolizione di Tasi e Imu sulla prima casa, che nella relazione tecnica allegata al parere della Commissione, si ribadisce andare in senso contrario alle raccomandazioni avanzate. Ovvero di spostare il peso del fisco dal lavoro, specialmente dai redditi da lavoro più bassi, verso consumi, capitali, proprietà e immobili. Dombrovskis ha ammesso che “come è risaputo spetta agli Stati valutare come orientare la tassazione. La questione – ha concluso – è quali implicazioni di bilancio abbia questa misura e come l’Italia intenda compensarne le conseguenze”.