di Fernando Liuzzi
Ennesima puntata della travagliata storia della sezione italiana di Alcoa, il colosso Usa dell’alluminio che, anni fa, acquisì l’impianto di Portovesme, polo industriale sito nel Sulcis Iglesiente. Impianto di cui la stessa Alcoa si vuole disfare da un paio di anni. Oggi a Roma, in sede di ministero dello Sviluppo economico, il Governo, rappresentato dal vice ministro De Vincenti, ha dunque incontrato una delegazione della Regione Sardegna, guidata dal Presidente Pigliaru, una rappresentanza di Sindaci del Sulcis e un folto gruppo di dirigenti nazionali e territoriali dei sindacati dei metalmeccanici, nonché delle maggiori confederazioni sindacali.
Scopo dell’incontro – svoltosi mentre alcune decine di lavoratori sardi, giunti nella Capitale da Portovesme, presidiavano via Molise – era quello di fare il punto sull’evoluzione di una situazione che, almeno fino all’inizio di questa settimana, appariva come ancora aperta a sbocchi drammatici, sia sul piano industriale che su quello occupazionale.
Contrariamente a quanto avvenuto in altri incontri precedenti, non si può negare che nel corso dell’incontro odierno non siano emerse delle novità. Il fatto, però, è che si tratta di novità di segno quasi opposto.
Cominciamo dunque dalle notizie meno buone, cioè da quelle relative al gruppo svizzero Klesch, di cui si è parlato a lungo come di uno dei possibili compratori dell’impianto sardo. Ebbene, come ha detto Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim-Cisl, all’uscita dell’incontro, “Klesch è sempre più lontana”. Un giudizio, questo, rincarato da Gianni Venturi, coordinatore nazionale Fiom-Cgil, secondo cui l’ipotesi Klesch “tramonta”.
Il Verbale di incontro diffuso in serata dal Ministero afferma anche, però, che “il Governo e la Regione hanno confermato di aver preso contatto”, e di aver quindi “avviato un confronto”, con “un nuovo importante operatore internazionale interessato alla acquisizione dello smelter di Portovesme”.
Di più. Anche se in termini un po’ sibillini, Governo e regione affermano, nello stesso Verbale, di aver avviato “un’approfondita istruttoria preliminare” relativa alla “disponibilità nel lungo periodo di condizioni di approvvigionamento dell’energia elettrica” che siano “in linea con lo specifico mercato nei principali paesi europei”. Ora è appena il caso di ricordare che l’industria che parte dalla bauxite per produrre alluminio è fortemente energivora, come del resto altri settori della metallurgia (tipicamente, quello che parte dal ferro per arrivare all’acciaio). Il prezzo dell’energia è quindi parte significativa del costo finale di produzione dell’alluminio. E, come spiega Venturi, Governo e Regione si stanno adoperando per far sì che “in tempi rapidissimi” sia possibile individuare “un fornitore primario di energia” che possa consentire di garantire, all’eventuale investitore, costi di approvvigionamento “competitivi e stabili nel tempo”.
Nel Verbale Governo e Regione si spingono sino ad affermare che “il confronto in corso” con l’innominato operatore internazionale ha per loro l’obiettivo di “arrivare alla sottoscrizione di un Memorandum of Understanding”. Insomma, un memorandum d’intesa alla cui sottoscrizione “potrà immediatamente seguire la manifestazione di interesse” rivolta dall’operatore ad Alcoa e, quindi, il “conseguente avvio del confronto diretto tra i soggetti imprenditoriali”.
Già, ma chi è questo innominato “operatore internazionale”. Il Verbale non fa nessun nome, ma sia Bentivogli che Venturi e Ghini, segretario nazionale Uilm, parlano, nelle loro rispettive dichiarazioni, di Glencore, nota multinazionale anglo-svizzera attiva nel campo del commercio delle commodities (materie prime) e in quello minerario. Insomma, se son rose fioriranno.
Per intanto, un nuovo appuntamento è stato fissato, sempre al Mise, per martedì 29 luglio. A questo prossimo incontro dovrebbero partecipare anche rappresentanti del ministero del Lavoro. Oltre ad aggiornare la valutazione sugli sviluppi della vicenda Alcoa, all’ordine del giorno sarà anche la questione degli ammortizzatori sociali. Un tema, questo, cui tutti sono molto sensibili in un’area duramente colpita dalla crisi come il Sulcis Iglesiente.
@Fernando_Liuzzi