“La 18App deve continuare a essere a favore di ogni ragazzo e ragazza che diventa maggiorenne, senza alcuna distinzione, perché la cultura è libertà ed è per tutti, così come lo è la scuola pubblica”. Lo chiedono le associazioni dell’editoria, dei librai e degli scrittori in un appello lanciato di fronte all’ipotesi di legare il buono da 500 euro per i consumi culturali dei diciottenni al reddito familiare attraverso l`Isee.
“La carta cultura per i neomaggiorenni – proseguono – è il primo momento in cui lo Stato entra in relazione con il ragazzo e la ragazza diventati adulti, è il modo in cui il Paese accompagna la sua nuova cittadinanza riconoscendone al contempo la libera espressione culturale, la sua capacità di prendere decisioni autonome. Legare la carta cultura al reddito, cancellarne il carattere universale, vuol dire svilirne la natura, che è quella di essere uno sprone verso ogni nuovo cittadino alla partecipazione attiva alla vita culturale”.
L’appello congiunto è firmato da: AIE – Associazione Italiana Editori, ADEI – Associazione degli Editori indipendenti, ALI – Associazione Librai Italiani, SIL – Sindacato Italiano Librai, Federcartolai Confcommercio, AIB – Associazione Italiana Biblioteche, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, SLC-Cgil Sezione Nazionale Scrittori.
Proprio l`universalità della misura, inoltre, è alla radice del suo successo nel promuovere la lettura, come certificato dall`Istat: nei primi tre anni il bonus ha permesso una crescita della lettura nella fascia d`età 18-21 anni dal 46,8% al 54%.
Dopo la sua approvazione in Italia, che ha avuto un impatto positivo su tutta la filiera e sulla diversità e ricchezza della produzione libraria, misure simili, sempre universalistiche, sono state adottate in molti altri Paesi europei.
tn