Domani i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini e Conia della Lombardia scenderanno in piazza per protestare contro la legge regionale di riforma presentata dalla Giunta Maroni, che “non risolve i problemi e stravolge le finalità sociali e di servizio dell’edilizia pubblica, scaricando sull’utenza e sui Comuni la sostenibilità del servizio”.
“Il provvedimento – si legge in una nota diffusa ieri – esclude dalle case popolari le famiglie povere, e trasferisce ai Servizi Sociali compiti e spese di assistenza. In più la Regione prevede una riduzione degli alloggi assegnabili a canone sociale, e apre la gestione delle case popolari ai privati, senza aver stabilito requisiti di qualità ed efficacia del servizio. Abolisce inoltre principi e criteri di legge sul canone sociale, trasferendo alla Giunta il compito di regolare gli affitti, per garantire con nuovi aumenti la copertura di tutti i costi delle gestioni e delle Aler.
“Mancano completamente, nella proposta di legge, impegni adeguati e permanenti sul finanziamento dell’edilizia pubblica e sul terreno del rilancio di un modello di servizio e di gestione pubblica delle case popolari che garantisca i diritti di persone e famiglie in condizioni di disagio. Questa impostazione penalizza anche molto l’utenza anziana, particolarmente esposta, cui andrebbe destinata la realizzazione di servizi di prossimità”.
I sindacati confederali e degli inquilini regionali chiedono quindi, con la loro mobilitazione, che venga “ristabilita la sopportabilità del canone e delle spese rispetto alle reali capacità economiche degli inquilini con affitti più bassi, che si individui una fascia di esenzione e si predisponga un intervento regionale di sostegno per le famiglie povere o in difficoltà. Chiedono inoltre di garantire il passaggio da alloggi a canone moderato o convenzionato ad alloggi a canone sociale, o comunque l’applicazione del canone sociale in caso di peggioramento della condizione economica”.
“La vendita delle case popolari va sospesa – conclude il comunicato – , e in ogni caso vanno tutelati i diritti degli assegnatari sui piani in atto, escludendo il ricorso alla mobilità forzata. Ogni anno almeno l’1% del bilancio della Regione, per i sindacati, dev’essere destinato a garantire il buon funzionamento del servizio, la manutenzione programmata e gli investimenti per la riqualificazione dei quartieri degradati e per nuove case popolari, e deve essere assicurato il sostegno al risanamento delle Aler con fondi regionali, per valorizzarne la funzione. L’appuntamento è dunque per martedì primo dicembre, alle 16 davanti alla sede del Consiglio regionale, in via Fabio Filzi, 22”.