Una cabina di regia tra Mise, Regione e Comune per ottimizzare tutte le risorse e coordinare i progetti già in campo per il rilancio della Capitale. Questo, in sintesi, il risultato del ‘’tavolo’’ aperto oggi al Mise, al quale hanno preso parte anche i tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, sia nazionali che locali.
Rispetto al passato non si prevedono fondi aggiuntivi. Verranno utilizzate alcune disponibilità allocate presso la Cassa depositi e prestiti, poi 2,6 miliardi messi a disposizione dalla Regione, oltre 300 milioni dal Comune e altri fondi strutturali Mise. Tra i fondi che saranno messi in campo “un fondo per l’acquisto di 600 autobus a metano ed elettrici, 53 milioni per la logistica e la distribuzione delle merci in città, fino a 60 milioni sulla filiera della chimica farmaceutica e altre voci”, ha spiegato a margine della riunione al Mise il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Michele Azzola.
La parola d’ordine della cabina di regia sara’ il rilancio della competitività della capitale, che passera’ attraverso i settori della mobilità, il turismo, la riqualificazione urbana e dei distretti a valore aggiunto come aerospazio e Ict Il 17 novembre ci sarà un nuovo tavolo apicale per fare il punto sulle proposte. Entro la prossima settimana dovranno essere inviate le proposte di modifica e si lavorerà a un piano industriale che dovrebbe riassumere tutte le proposte.
Per la leader Cisl Anna Maria Furlan “E’ molto importante una governance condivisa ,che veda tutti i soggetti istituzionali e le parti sociali concordare, ciascuno per le proprie responsabilita’, un percorso comune per affrontare i gravi problemi della Capitale. Crediamo che questo sia il metodo e lo spirito giusto per avviare una nuova fase di sviluppo, di investimenti produttivi e di occupazione. Valuteremo naturalmente nel dettaglio il piano industriale che ci e’ stato illustrato oggi, anche se bisognera’ integrare ed incrementare questa analisi con i dati sociali. E’ indispensabile analizzare i bisogni sociali della citta’ e del territorio che sicuramente sono cambiati in questi anni di crisi per poter determinare poi le priorita’ e le necessarie scelte economiche e produttive da intraprendere in una logica nuova di responsabilita’ ampie e condivise”.