“Che in Italia fosse elevata la percentuale di chi lavora in modo irregolare non è una novità, ma è ancora più allarmante il fatto che il numero dei lavoratori irregolari nel 2010 sia sostanzialmente immutato rispetto al 2009, nonostante le verifiche effettuate dall’Inps e dagli ispettori del lavoro”. E’ il commento del segretario confederale dell’Ugl, Nazzareno Mollicone, ai dati diffusi oggi dall’Istat, per il quale “a questa drammatica stabilità ci può essere una possibile spiegazione: molti dei giovani, che risultano ufficialmente disoccupati, probabilmente hanno trovato con più facilità un lavoro irregolare piuttosto che un’occupazione stabile con contratti a norma di legge”.
Per il sindacalista “bisogna continuare senza sosta e con maggiore intensità la lotta al lavoro nero, soprattutto nei settori più a rischio come il commercio e in particolare la ristorazione e i servizi domestici, accanto ad una maggiore diffusione del senso di legalità, a cominciare dalle scuole. Così come servono interventi decisi per dare nuovo slancio all’occupazione perché in un mondo dove un lavoro regolare è difficile da trovare è ovvio che l’irregolarità sia una tentazione alla quale è difficile, in certi casi impossibile, sottrarsi”.
“La battaglia al sommerso – conclude – è una priorità per tutelare il lavoratore ed inoltre non dobbiamo dimenticare che gli importi evasi come contributi previdenziali valgono circa 12 miliardi di euro, somma che potrebbe anche aiutare a riequilibrare i conti pubblici”. (LF)
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