“L’Aia, pur positiva, rischia di essere una sommatoria di ordinanze che rischiano di renderla inapplicabile”. Lo denuncia il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella in occasione dell’audizione dei sindacati presso la commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato. Il sindacalista sostiene che anche la mole di investimenti richiesta è eccessiva per un tempo così breve. “La stessa riduzione produttiva – sostiene – rischia di non generare proprio quelle disponibilità economiche utili a ripagare gli investimenti richiesti”.
“Chiudere lo stabilimento di Taranto – ha aggiunto – significa determinare la completa dipendenza dell’Italia nell’acquisto dell’acciaio da fornitori europei ed internazionali”. “Tale chiusura – secondo Palombella – risolverebbe, per paradosso, il problema delle eccedenze produttive che gravano sui nostri diretti concorrenti, ma le imprese manifatturiere sul territorio nazionale si ritroverebbero totalmente assoggettate al mercato estero. Chiediamo che le prescrizioni e le regole che vengono imposte alle nostre imprese valgano anche per gli altri. Occorre tenere alta l’attenzione sulle regole antidumping, affinché non diminuiscano le possibilità di ottenere misure compensative contro le importazioni selvagge da Paesi terzi”. “Ma perché – conclude – questa attenzione abbia un senso è necessario mantenere una produzione siderurgica nazionale”. (LF)