Il mondo delle crociere in grande affanno. Il traffico marittimo con la Cina si è ridotto del 50%, e le prenotazioni di aerei e treni calano vertiginosamente. In un’intervista al Diario del lavoro Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, fa il punto sui danni che il settore dei trasporti sta avendo dopo la diffusione del coronavirus.
Pellecchia qual è la situazione del settore dei trasporti alla luce dell’emergenza del coronavirus?
Non buona. L’intero settore dei trasporti ne sta risentendo e anche le aziende ci danno un quadro non apocalittico, ma molto preoccupante.
Nello specifico come stanno andando le cose?
Per quanto riguarda treni ed arei stiamo assistendo a una significativa riduzione delle prenotazioni e anche a molte disdette. Nel trasporto marittimo c’è stata una riduzione degli scambi con la Cina del 50%, e le navi che arrivano hanno un carico ridotto del 30%. Questo perché c’è stato un calo consistente della produzione. Ma il settore che ci preoccupa maggiormente è quello delle navi da crociera.
Il caso della Diamond Princess non ha di certo tranquillizzato l’opinione pubblica.
Sì, è vero. Stiamo continuamente monitorando ciò che accade sulla nave e le condizioni dei marittimi italiani presenti. A breve ci sarà in Malesia un incontro, al quale parteciperemo, per fare il punto sulle misure da adottare per sostenere un settore che opera sullo scenario globale.
Come sono i rapporti con le aziende in questo momento?
Buoni e costanti. Ci stiamo confrontando con Ferrovie, Alitalia e tutte le associazioni datoriali del trasporto pubblico locale.
Come valuta le misure messe in campo dalle aziende?
Sono misure valide e tempestive. Ovviamente le realtà più strutturate avevano già al loro interno dei protocolli da applicare per far fronte a situazioni emergenziali, benché questa fase sia del tutto inedita. Inoltre monitoriamo continuamente tutti i problemi che possono insorgere, per trovare, di volta in volta, le migliori soluzioni. Sono tutte buone pratiche che mettiamo a punto con le aziende più grandi: cerchiamo di trasferirle anche a quelle più piccole.
Quali misure state chiedendo per sostenere il settore?
Un sostegno al reddito dei lavoratori e l’accesso alla cassa integrazione, soprattutto per quei lavoratori delle zone maggiormente interessate dal contagio. Ovviamente non tutti possono usufruire dello smart working.
Che ripercussioni ci saranno sulle aziende?
Purtroppo penso profonde. Se questa crisi non rientrerà rapidamente, chi godeva di un buon stato di salute ne uscirà molto ridimensionato, che invece navigava già in acque non buone potrà avere problemi molto seri.
Tommaso Nutarelli