“Già avevamo detto che gli interventi sulle pensioni dovevano essere contemperati con le disponibilità di bilancio. Certamente, gli interventi sono progressivi. In questo momento abbiamo dovuto fare questo primo intervento (taglio del cuneo, ndr). Confido che subito dopo l’estate ci sia la possibilità, invece, di aprire a un primo approccio di una riforma che vedrà la luce in tempi un pochino più lunghi”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone, a margine di un convegno di Fondimpresa.
“Ho già ricostituito il nucleo di valutazione della spesa previdenziale – ha aggiunto – per portarci avanti e analizzare i conti della previdenza e dell’assistenza e individuare insieme a tutti gli attori sociali le misure e gli interventi prioritari, perché dobbiamo tenerci pronti e individuare i percorsi compatibilmente con le esigenze di tenuta del bilancio dello Stato”.
Per il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari, “Gli annunci della ministra Calderone sulla ripartenza del tavolo pensioni a settembre non hanno alcuna credibilità, la nostra risposta sarà la mobilitazione unitaria. Dopo le promesse elettorali di cancellare la legge Monti-Fornero, il governo Meloni ha approvato una manovra di bilancio che – sottolinea Ferrari – non solo non ha fatto alcun passo in quella direzione, ma ha addirittura peggiorato la situazione facendo nuovamente cassa sulle pensioni e colpendo in particolare le donne”.
“Lo scorso gennaio – prosegue il Segretario confederale della Cgil – è stato convocato un tavolo con i sindacati con cui la ministra Calderone si è impegnata ad avviare un confronto per una riforma da definire in vista del Def, assicurando, come segnale immediato, un intervento correttivo su Opzione donna, che era stata di fatto cancellata con la legge di bilancio. Nulla di tutto questo è avvenuto. É anzi seguito un silenzio lungo due mesi e un Documento di Economia e Finanza che non prevede nulla sul tema previdenziale. Oggi l’annuncio della Ministra di un tavolo per dopo l’estate”.
“Il messaggio è chiarissimo: l’Esecutivo non ha alcuna intenzione di tenere fede agli impegni presi prima e dopo il voto. La nostra risposta sarà la mobilitazione unitaria per conquistare – conclude Ferrari – una vera riforma previdenziale che metta al centro le donne, i giovani, chi svolge lavori gravosi, che garantisca a tutte e tutti una prospettiva pensionistica sostenibile e dignitosa”.
E.G.