Pechino corre ai ripari per ridurre il crescente divario tra ricchi e poveri, promettendo di aumentare il salario minimo e di imporre alle aziende di Stato di devolvere parte dei profitti a sostenere i programmi sociali.
Stando a quanto annunciato ieri dal Consiglio di Stato, e riportato oggi dal Financial Times, il governo ha presentato un piano in 35 punti che mira a portare fuori dalla povertà circa 80 milioni di persone entro il 2015. A questo scopo si è impegnato ad aumentare del 40% il salario minimo, a incrementare la spesa pubblica per istruzione e alloggi popolari, e a imporre alle aziende di stato di versare un altro 5% dei loro profitti in dividendi entro il 2015.
Seconda economia mondiale, la Cina ha visto crescere negli ultimi anni il divario tra ricchi e poveri: il coefficiente Gini, l’indice che misura la diseguaglianza tra ricchi e poveri, è stato pari allo 0.474 nel 2012, oltre lo 0.4 indicato dagli analisti come la soglia limite per possibili rivolte sociali. (LF)