Raggiungere quota 620 miliardi a fine 2015. È l’ambizioso obiettivo del Piano nazionale dell’export 2013-2015 presentato dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e dal presidente dell’Agenzia Ice Riccardo Monti alla presenza del premier Mario Monti.
Il Piano individua una serie di azioni prioritarie: aumentare le risorse per fiere, missioni e workshop e in generale per la promozione delle imprese in Italia e all’estero; sostenere la crescita dimensionale e l’aggregazione tra gli operatori economici, anche attraverso il ricorso a incentivi per le reti di impresa; favorire la formazione all’interno delle imprese esportatrici e l’assunzione di personale qualificato per le attività di internazionalizzazione.
Ancora, promuovere la diffusione dell’e-commerce e della Grande distribuzione organizzata (Gdo): potenziare gli strumenti finanziari a supporto dell’export, grazie alla collaborazione tra Cassa Depositi e Prestiti, Simest e Sace; contrastare la contraffazione e migliorare la tutela dei marchi.
Il sistema tedesco, hanno sottolineato Passera e Riccardo Monti, “dovrà essere il nostro concorrente di riferimento, soprattutto per il manifatturiero”. L’export tedesco incide sul Pil per il 50 per cento, contro il 28 per cento italiano. “Colmare del tutto questo gap – ammette il presidente dell’Ice – è impensabile. Ma potremmo essere già soddisfatti se, come credo, riusciremo in un triennio a portare il valore delle nostre esportazioni al 35-38 per cento del Pil”.
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