“La Cisl condivide gli obiettivi e le scelte di sistema contenute nel piano predisposto dal Governo sul Recovery Plan, che sono coerenti con le macro indicazioni definite dall’Europa” ma il Piano “è ancora privo di un quadro operativo dettagliato e di una ‘Governance’ puntuale”. Così la Cisl, in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Lavoro della Camera sul Recovery Plan, attraverso cui il sindacato coglie l’occasione per ricordare come “nel frattempo” continua “mancare una politica industriale”.
Nell’immediato, ha ribadito il sindacato, occorre il “prolungamento del blocco dei licenziamenti e dalla proroga della Cig Covid per tutti i settori senza distinzioni, oltre alla necessaria riforma degli ammortizzatori sociali per renderli universali e introdurre le politiche attive”.
Non solo, ha sottolineato la Cisl, “i cantieri delle infrastrutture non si sbloccano e la Pubblica Amministrazione, dalla sanità alla scuola, dal personale di cancelleria nei tribunali agli ispettori che dovrebbero garantire il rispetto della sicurezza sul lavoro, paga l’inadeguatezza degli organici e degli investimenti necessari”.
Il sindacato ha evidenziato alcuni aspetti. Tra questi la scelta del Governo di usare solo parte dei prestiti del Ngeu per nuovi investimenti: “Non utilizzare tutti i prestiti del Ngeu per investimenti aggiuntivi significa non avere fiducia nella capacità di realizzarli o temere di dover utilizzare queste risorse per spese di tipo diverso. Timore magari comprensibile, ma che allora dovrebbe essere esplicitato”, si è affermato.
Inoltre, il documento, “anche considerato il fatto che siamo già a gennaio 2021, dovrebbe già essere dotato, cosa che non è, della valutazione degli impatti sociali, generazionali, territoriali e di genere”.
Terzo aspetto: “la trasversalità nelle varie ‘missioni’ del Pnrr delle priorità riguardanti le donne, i giovani e il Sud è condivisibile, ma richiede una finalizzazione molto concreta non solo degli obiettivi, ma anche degli strumenti e dei ritorni attesi, altrimenti rischia di diventare indeterminatezza, con l’unica conseguenza di non essere monitorabile negli esiti”.
Infine l’ultima questione: si tratta di un piano “a scavalco di almeno due legislature e di rilevanza intergenerazionale” e “dobbiamo conciliare, allora, i traguardi per il futuro con le esigenze del presente a partire dal prolungamento del blocco dei licenziamenti e dalla proroga della Cig Covid per tutti i settori senza distinzioni, oltre alla necessaria riforma degli ammortizzatori sociali per renderli universali e introdurre le politiche attive”. Diversamente “la situazione già grave potrebbe peggiorare e non possiamo accettarlo. Anzi occorre aiutare tutti, a partire dai lavoratori che non hanno ricevuto coperture adeguate, nessuno escluso”.
E.G.