“Con una riduzione del 15,4% sullo stesso mese del 2016 la cassa integrazione è al livello più basso dal 2008, confermando che stiamo finalmente uscendo dalla lunghissima crisi”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni, commentando i dati Inps di oggi.
“In controtendenza il notevole balzo dell`ultimo mese, dovuto soprattutto al forte aumento tra settembre ed ottobre, della cassa straordinaria- continua Petteni- che però non ha un andamento lineare e spesso registra ampi salti mensili verso l`alto o verso il basso. Il trend resta di riduzione. Ma non si può ignorare che una parte del calo registrato nell`ultimo anno sia dovuto alle restrizioni nelle durate e alla fine della cassa integrazione in deroga. Vi sono dunque ampi margini per introdurre qualche flessibilità in più nelle durate, nonché per migliorare le prestazioni del Fis, il fondo introdotto dal Jobs Act per offrire una sorta di cassa integrazione anche ai datori di lavoro con meno di 15 dipendenti”.
“Si tratta di richieste che vanno nel senso di offrire maggiori strumenti alle aziende in difficoltà o in ristrutturazione, discusse al tavolo con il Governo – conclude Petteni – e che ora attendiamo di vedere accolte nella legge di bilancio”.
Di avviso diverso la Uil, che nelle parole del segretario confederale Guglielmo Loy, evidenzia come ci siano ancora segnali di crisi nel sistema produttivo italiano.
“I dati di ottobre sulle ore richieste di cassa integrazione segnalano, come abbiamo più volte ricordato, il tema di come la febbre della crisi, pur modificata nella qualità, pervada ancora una parte del nostro sistema produttivo. Il dato generale di ottobre che conferma la costante diminuzione delle richieste, vede confermarsi una modifica nella composizione: stabile la cassa ordinaria a conferma di una lieve, ma costante ripresa dell`economia; consistente la cassa straordinaria che rappresenta oltre il 53% delle ore autorizzate; quasi scomparsa, come prevedibile, la cassa in deroga”. Lo dice il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, commentando i dati dell’Inps.
“Questa nuova composizione delle ore autorizzate – aggiunge Loy – indica, pur con un Pil in lenta ripresa, come si stia manifestando una selezione tra le imprese, soprattutto quelle più grandi, tra le quali convivono eccellenze, ed imprese con dolorosi processi di ristrutturazione. E non è un caso, infatti, che rimanga costante il numero delle domande di indennità di disoccupazione involontaria (Naspi). Non a caso la Uil ha chiesto di rivedere le regole (durata e costo) della cassa integrazione straordinaria e i provvedimenti in legge di bilancio colgono questa necessità, anche se in forma graduale. Infine, resta sempre il vuoto statistico relativo al fondo di integrazione salariale (Fis) nel rapporto dell`Inps – conclude Loy – che, in parte, ha sostituito la cassa in deroga, ma di cui non si hanno elementi numerici e qualitativi sulla sua efficacia”.
Più aspra la lettura data dal sindacato guidato da Susanna Camusso. In una nota della Cgil Nazionale si sottolinea come “la contrazione del ricorso alla cassa integrazione è la conseguenza sia dell’inasprimento delle regole relative all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, a partire dalla riduzione della loro durata e dal superamento della Cig in deroga, sia di un sistema produttivo in grave difficoltà. I dati diffusi quest’oggi dall’Inps richiedono un’attenta capacità di lettura da parte di forze sociali e politiche del nostro Paese”.
La Confederazione sottolinea che “la riduzione della cassa registrata nel 2017 rispetto al 2016 ( -39,8% rispetto ai primi dieci mesi e -15,4 % sul mese di ottobre) è contraddetta dal consistente aumento di quest’anno: +78,5 % nel mese di ottobre 2017 su settembre 2017”.
Per la Cgil “è urgente una strategia che, senza diminuire le tutele degli ammortizzatori sociali, come fatto erroneamente con il Jobs Act, sostenga il lavoro nelle imprese, lo sviluppo e gli investimenti, soprattutto per quella parte del sistema produttivo che può e deve essere preservata per il futuro”.
“Il Parlamento – prosegue il sindacato di Corso d’Italia – è ancora nelle condizioni di poter accogliere le proposte sindacali che vanno in questa direzione, correggendo le decisioni sbagliate, prese negli anni passati, sul lavoro e sui diritti e rilanciando gli investimenti pubblici. Inoltre – conclude – serve ampliare, con strumenti capaci di coinvolgere l’intero sistema produttivo, le prime misure già definite di sostegno alle imprese più innovative”.
TN