Lo scorso sabato, 24 giugno, la Cgil e una rete di circa 90 associazioni riunite nell’assemblea “Insieme per la Costituzione” sono scesi in piazza del Popolo a Roma per una manifestazione nazionale a difesa dell’articolo 32 della carta costituzionale, per il rilancio del servizio sanitario nazionale e per garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Insieme a Cgil e associazioni presenti anche alcuni leader della sinistra, a partire da Elly Schlein (Pd), Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) e Stefano Bonaccini (Pd).
“Basta tagli”, è il monito lanciato da Landini dal corteo della manifestazione. “Abbiamo bisogno di investire e di non perdere neanche un euro del Pnrr, di fare assunzioni e garantire i servizi sul territorio che sono decisivi. Ci sono 4 milioni di persone che non si curano perché non hanno i soldi, non è accettabile. La situazione sta esplodendo. Sono gli stessi che hanno tenuto in piedi il Paese durante la pandemia”.
Un corteo eterogeneo, fatto di giovani, pensionati, sindacati e associazioni uniti per chiedere una svolta radicale a un governo che “non ci ascolta”. Per questo motivo, “abbiamo intenzione di durare nel tempo per cambiare le cose. Qui in piazza ci sono tante persone che vogliono far funzionare il Paese e garantire il diritto alla salute. Per noi non è una testimonianza, non è che l’inizio di una mobilitazione, di una battaglia. Vogliamo portare a casa di risultati”. Affermazioni che preludono a uno sciopero generale? Landini ribadisce che gli scioperi generali “non si minacciano”, ma si proclamano “quando è necessario, se non ci sono risposte”, se il Governo non ci ascolta. Non abbiamo alcuna intenzione di fermarci finché non avremo risultati”.
La presenza di leader dell’opposizione sembra un segnale di coesione contro la maggioranza di governo, ma il leader della Cgil sottolinea che la piazza è aperta e tutti e “noi non rispondiamo a questo o a quel governo e partito. Abbiamo le nostre proposte. E’ il governo che non sta discutendo con i sindacati. Non siano pregiudiziali, chi ha pregiudizi è questo governo. Non siamo ascoltati”.
Non solo sanità al centro della manifestazione, ma in piazza è stato portato anche il dibattito sul Mes che ha agitato gli scranni negli ultimi giorni. “Da tempi non sospetti pensiamo che se ci sono risorse che l’Europa mette a disposizione vanno utilizzate tutte perché ne abbiamo bisogno”, aggiunge Landini. “Certe discussioni non le capisco proprio”.
Sui temi del lavoro, invece, Ladini ribadisce l’opposizione alle misure contenute nel Dl Lavoro, in particolare sulla riduzione del cuneo fiscale “Non pensi il governo che riducendo il cuneo ha risolto il problema dei salari, che in Italia sono bassi e vanno aumentati – ha aggiunto – il governo deve mettere le risorse per aumentare i salari nella sanità, nella scuola e in tutto il settore pubblico. La stessa cosa la stiamo chiedendo alle imprese private”. Ma per giungere all’obiettivo occorre dialogo tra le parti e “a noi non servono tavoli per dire che esistiamo – sottolinea Landni, vogliamo risolvere i problemi di questo Paese e delle persone. Bisogna fare delle assunzioni, bisogna aumentare i medici e gli infermieri – ha aggiunto – questa non sta succedendo. Non è l’ora dei tagli. L’incontro con il ministro è servito per fissare un nuovo incontro a fine luglio”. Landini ha poi affermato che “da domani bisogna proseguire il nostro impegno sul territorio e nei luoghi di lavori. Bisogna rivolgerci alle Regioni e ai Comuni, aprire vertenze perché le Regioni spendono i soldi per fare le assunzioni. E chiediamo ai Comuni di batterci con il governo per togliere i tetti di spesa che bloccano le assunzioni”.
E con questa determinazione il segretario generale della Cgil rilancia subito il prossimo appuntamento di piazza: “Vogliamo cambiare il Paese, abbiamo bisogno di unire il lavoro. Il 30 settembre torneremo in piazza qui a Roma, allargando la partecipazione. Bisogna fare in modo che i diritti fondamentali, che oggi stiamo difendendo, debbano essere garantiti. Non dobbiamo cadere nella trappola di chi ci vorrebbe contrapporre gli uni agli altri. Il messaggio che arriva dalla piazza dice al Paese che vogliamo cambiarlo e, per farlo, abbiamo bisogno di unirlo, di unire il mondo del lavoro. Solo in questo modo possiamo cambiare la situazione. Dobbiamo proseguire in questa battaglia”.
e.m.