Mario Sassi, Confcommercio, è stata una trattativa difficile?
La trattativa era necessariamente complessa perché affrontava temi complessi e non è sempre stato facile trovare un punto d’incontro.
Quali sono stati i punti più discussi?
Innanzitutto il fondo di assistenza sanitaria. L’obiettivo era quello di trovare un equilibrio tra i contributi e i servizi offerti, per far sì che il fondo fosse appetibile e d’interesse per entrambi i soggetti.
E ci siete riusciti?
Sì, siamo riusciti a trovare un punto d’incontro tra esigenze diverse.
Un punto innovativo del contratto riguarda la gestione del mercato del lavoro.
Abbiamo cercato di contribuire al reinserimento nel mercato dei manager coinvolti da processi di licenziamento o ristrutturazione. Per fare questo abbiamo ritenuto necessario rafforzare quegli strumenti che potessero effettivamente facilitare il reinserimento nel mercato del lavoro: la formazione, le politiche attive del lavoro finalizzate a ritrovare occupazione. Queste novità sono molto importanti e per seguirne la sperimentazione è stata istituita una Commissione bilaterale, punto di riferimento che verrà allargato poi ad altre tipologie di lavoratori per ridurre il problema della gestione del mercato del lavoro.
Altri punti qualificanti?
Il sistema pensionistico contrattuale e pubblico, rappresentato dal fondo di previdenza Antonio Pastore, dal 2012 ritornerà ad essere bilaterale, non gestito solo da Manager Italia.
Poi sempre riguardo al mercato del lavoro verrà agevolato l’ingresso sia di nuovi manager che di dirigenti disoccupati over 50, con almeno un anno di contribuzione ridotta e questo aiuterà il ricollocamento.
E’ soddisfatto del risultato?
Sì, è stata ribadita l’importanza dello strumento contrattuale grazie anche a interlocutori seri e consapevoli della situazione difficile delle imprese.
Il ruolo dei manager si sta indebolendo, secondo lei ci sono pochi manager nel terziario?
Nelle grandi imprese nel tempo c’è stata una riduzione del numero dei manager, questo perché le organizzazioni tendono a semplificare e a ridurre il livello dell’organizzazione gerarchico funzionale a favore di un’organizzazione dei processi. Nella piccola e media impresa invece la situazione è diversa e i manager qualificati sono richiesti. Ed è proprio questa realtà che costituisce la realtà più dinamica dell’economia del paese e rappresenta il tessuto fondamentale del settore.
Francesca Romana Nesci