Un programma in 12 punti “per rilanciare lavoro e coesione, investimenti e produttività, inclusione e politiche sociali, contrattazione e partecipazione”. Si intitola Ripartire insieme, l`Agenda Cisl per il nuovo Governo la piattaforma presentata dal leader della confederazione di via Po, Luigi Sbarra.
“Una road map – ha spiegato – che consegniamo a chi sarà chiamato a guidare il Paese dopo il 25 settembre, nella consapevolezza che per realizzare innovazioni stabili ed eque bisogna lavorare in un clima di concertazione e corresponsabilità sociale”.
Illustrandone i contenuti, Sbarra ha posto l`accento sulle emergenze in cui versa il Paese:”L`escalation dei prezzi – ha detto – mette a rischio oltre un milione di posti di lavoro in tutti i settori. Un incendio che va spento con misure d`urgenza”.
In Europa, secondo Sbarra, occorre “conquistare un price-cap, realizzare un nuovo Recovery che punti alla sovranità energetica continentale, rifinanziare il Fondo Sure e applicare una minimum tax alle multinazionali”. Sul piano nazionale serve subito un nuovo decreto “che assicuri sostegni a imprese e famiglie, lavoratori e pensionati e metta in campo una nuova cassa integrazione scontata per le aziende che non licenziano.
integrazione al reddito delle persone, un tetto sociale al costo dell`elettricità, l`azzeramento Iva sugli acquisti di beni di largo consumo per le fasce deboli. Vanno accelerati gli investimenti sulle infrastrutture energetiche a partire da rigassificatori, termovalizzatori, maggiore estrazione di gas, combustibili verdi , rinnovabili” . E il tema delle risorse “non può diventare un alibi: si alzi ulteriormente il prelievo sugli extra profitti, si redistribuisca l`extra gettito Iva, si reinvestano risorse allocati su decreti inattuati e si valuti, ove necessario, anche uno scostamento. Quello che non mettiamo oggi sulla coesione, rischiamo di pagarlo domani moltiplicato per tre in termini di spesa asistenziale”.
Al centro dell`Agenda Cisl “il protagonismo e il valore sociale del lavoro privato e pubblico, attraverso la piena realizzazione degli obiettivi del Pnrr e di investimenti condizionati a nuova e buona occupazione, specialmente giovanile e femminile, applicazione dei contratti leader, rilancio della formazione e delle competenze”. Lavoro di qualità “vuol dire lavoro sicuro, con un piano nazionale contro le morti e gli infortuni, perché mentre la politica si accapiglia vediamo come quotidianamente nelle fabbriche, sui campi e nei cantieri continuano a morire più di tre persone al giorno”.
Serve poi “un nuovo “Statuto della persona nel mercato del lavoro che assicuri a tutti, al di là della tipologia contrattuale, transizioni tutelate, sostegno al reddito e politiche attive”.
La previdenza “va riformata su criteri di sostenibilità sociale, flessibilità in uscita, maggiore inclusività per giovani e donne”, mentre per il sistema fiscale “indichiamo la via di una riforma complessiva che sgravi le fasce medie e popolari del lavoro e delle pensioni, rispettando il principio di progressività”. La revisione del fisco è un tassello di una nuova politica dei redditi che richiede “un accordo triangolare che metta al centro la contrattazione, elevi e riallochi la produttività, azzeri le tasse sui frutti della contrattazione di secondo livello”. Salari minimi legali “non solo non risolverebbero il problema, ma porterebbero milioni di persone nel sommerso o fuori dai buoni contratti. Dobbiamo aumentare salari, stipendi e retribuzioni sostenendo e rafforzando la contrattazione e la bilateralità e tagliando le tasse sul lavoro”.
Altrettanto importanti sono per il leader Cisl “nuove politiche industriali, infrastrutturali ed energetiche che superino i veti del passato, il rilancio delle politiche sociali e per la famiglia, maggiore attenzione all`anzianità e alla disabilità con una nuova legge sulla non autosufficienza, la stabilizzazione e il potenziamento degli organici nella pubblica amministrazione, nella sanità, nella scuola, nella ricerca e nell`università, il riscatto del Mezzogiorno, politiche per l`immigrazione più inclusive che puntino alla revisione del Trattato di Dublino , come pure una revisione della riforma del Titolo V che rafforzi la coesione territoriale”.
“C`è un progetto-Paese da definire con il fronte sociale riformatore, un riscatto da guadagnare insieme a una `società che governa` e che presuppone anche una svolta sulla partecipazione dei lavoratori nelle decisioni e negli utili d`impresa. Dobbiamo ritrovarci in questo perimetro senza sterili antagonismi, esercitando responsabilità per costruire il bene comune e il futuro delle nuove generazioni”, ha concluso Sbarra.