“I dati Istat del terzo trimestre vedono ridursi l’occupazione rispetto al trimestre precedente. L’Istat spiega che il calo complessivo è dovuto alla riduzione dei dipendenti permanenti e degli indipendenti non compensato dall’ulteriore aumento dei dipendenti a termine. Se a tale quadro aggiungiamo il dato mensile di ottobre, reso noto pochi giorni fa, che ha evidenziato, per la prima volta dopo anni di crescita, il calo anche dei contratti a termine, sembra poter concludere che siamo di fronte ai primi preoccupanti effetti della flessione del Pil sul mercato del lavoro”. Così il Segretario Generale Aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, commenta i dati Istat di oggi.
“Certamente non aiutano né una legge di bilancio che non mette al centro la crescita economica, né una legislazione del lavoro che, in nome della giusta motivazione del contrasto alla precarietà, con il decreto dignità ha reso molto difficile assumere con contratti a termine e di somministrazione. Il risultato che si sta ottenendo non è, purtroppo, quello di un travaso da contratti a termine a contratti a tempo indeterminato, bensì un calo generalizzato degli occupati. Nell’incontro con il presidente Conte abbiamo chiesto modifiche alla legge di bilancio che, in particolare, vadano nella direzione di investimenti in politiche produttive, in specifico quelle sulle infrastrutture, quelle industriali e dei servizi, nonché interventi sull’ innovazione in grado di accrescere la produttività. Per quanto riguarda le misure sul lavoro, abbiamo sottolineato l’esigenza di un rafforzamento delle politiche attive nonché di affidare alla contrattazione collettiva, anche aziendale, la specificazione delle causali per i contratti a termine e in somministrazione, per garantire la necessaria flessibilità nelle scelte aziendale senza per questo rinunciare al controllo sociale di eventuali abusi”.
TN