All’avvio dei lavori degli Attivi unitari dei sindacati di categoria, chiamati a elaborare le Linee guida sulla contrattazione di secondo livello per il settore alimentare, il Segretario Generale della Fai Cisl Luigi Sbarra sottolinea l’importanza di questo tipo di contrattazione come forma di sperimentazione per un più ampio coinvolgimento degli attori in gioco rispetto ai contratti nazionali. “Oggi abbiamo lanciato un messaggio unitario, tracciando la via di relazioni industriali incentrate su una più forte partecipazione e capaci di sfidare le imprese su produttività, welfare, organizzazione del lavoro, bilateralità e governance d’impresa. Pensiamo – ha aggiunto – siano maturi i tempi per sperimentare, sia a livello aziendale che territoriale, forme di coinvolgimento allargato per dare concretezza alle innovazioni introdotte nei nuovi contratti nazionali e avvicinarci così a strumenti di democrazia economica coerenti con l’articolo 46 della Costituzione”.
Nella sua relazione Sbarra ricorda anche l’importanza della contrattazione di secondo livello come modalità di radicamento delle Pmi sul territorio “per rilanciarne le produzioni nel mercato nazionale, per migliorarne la propensione all’export difendendo l’occupazione e valorizzando tipicità e distintività”
Un nuovo modello quindi, che si struttura verso “paradigmi di negoziazione più inclusivi e partecipati e incoraggia ad estendere la contrattazione decentrata anche alle aziende, gruppi, comparti, filiere e territori che finora ne restano esclusi”.
I tre pilastri di questo modello, secondo Sbarra, devono essere detassazione e decontribuzione sui premi di risultato, partecipazione agli utili e welfare contrattuale, di cui vanno colte le opportunità. In particolar modo la partita dei premi di risultato “costituisce materia imprescindibile di ogni negoziato”, con piattaforme che puntino ad incrementare il salario di produttività. In tema di welfare contrattuale le Linee guida individuano aree prioritarie “che valorizzino la negoziazione collettiva, la gestione bilaterale e le forme di welfare dal carattere sociale, previdenziale, solidale, mutualistico e inclusivo”. In particolare, “abbiamo individuato priorità nella previdenza complementare, nell’assistenza socio-sanitaria, nel sostegno alla genitorialità e alla non-autosufficienza. Riteniamo possibile, in tali ambiti, ampliare ed implementare le aree d’intervento della bilateralità nazionale”.
“Questi contenuti – ha concluso Sbarra – profilano una strategia innovativa, che rende maturi i tempi per costruire forme avanzate di cooperazione. Attraverso la libera negoziazione, oggi più di ieri, possiamo essere protagonisti di una ripresa che coinvolge tutti: lavoratori, aziende e l’intero sistema Paese. Questa è oggi la nostra sfida più grande e la nostra più grande ambizione”.