Se il progetto del rigassificatore di Porto Empedocle dell’Enel, la settimana prossima, verrà bloccato dal Consiglio di Stato, tra le conseguenze da mettere in conto c’è anche il fatto che la Regione Sicilia non incasserà, ogni anno, circa 30 milioni di Iva sul fatturato del terminale. A ricordarlo, a pochi giorni dall’udienza del 19 luglio a Palazzo Spada, è Giuseppe Luzzio, amministratore delegato di Nuove energie, la società attraverso cui l’Enel lavora al progetto.
Luzzio, nel corso di un seminario, ha ricordato le molte ricadute positive per il territorio, dagli interventi infrastrutturali alla riqualificazione del porto (che potrebbe accogliere anche le navi da crociera con conseguente impatto significativo sull’attività turistica di tutta l’area), dalla possibilità di sfruttare gratuitamente la catena del freddo dell’impianto (per esempio per il deposito surgelati) alle agevolazioni di carattere sociale, senza contare l’impatto sul fronte lavoro. «Se il Consiglio di Stato non darà il via libera – ha concluso Luzzio – valuteremo il da farsi d’intesa con tutti gli enti coinvolti, ma forse, nostro malgrado, dovremo guardare altrove».
Il rigassificatore di Porto Empedocle è stato bloccato da una sentenza del Tar del Lazio su ricorso del comune e della Camera di commercio di Agrigento, di Legambiente e del Codacons. L’Enel si è appellata al Consiglio di Stato, che ha programmato l’udienza per il 19 luglio. (FRN)
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