Sergio Marchionne, a.d. di Fca, è stato ricoverato d’urgenza in terapia intensiva alla all’ospedale universitario di Zurigo a seguito di complicazioni inattese durante la convalescenza post-operatoria. Secondo quanto riferito dall’ospedale svizzero, le condizioni parrebbero irreversibili.
Marchionne, 66 anni lo scorso giugno e dal 2004 alla guida della Fiat, avrebbe dovuto lasciare il gruppo, come da piani, nella primavera 2019, durante l’assemblea di Amsterdam che approverà i conti 2018.
Il cda di Fca “ha espresso innanzitutto la sua vicinanza a Sergio Marchionne e alla sua famiglia sottolineando lo straordinario contributo umano e professionale che ha dato alla società in questi anni” e “ha deciso di accelerare il processo di transizione per la carica di Ceo in atto ormai da mesi e ha nominato Mike Manley amministratore delegato”.
“Sergio non tornerà più. Sono profondamente addolorato per le sue condizioni. Si tratta di una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia. Il mio primo pensiero va a Sergio e alla sua famiglia”. Così in una nota John Elkann, presidente di Fca, in merito all’aggravarsi delle condizioni di salute di Sergio Marchionne, al termine del cda del gruppo.
“Quello che mi ha colpito di Sergio fin dall’inizio, quando ci incontrammo per parlare della possibilità che venisse a lavorare per il gruppo, più ancora delle sue capacità manageriali e di una intelligenza fuori dal comune, furono le sue qualità umane, la sua generosità e il suo modo di capire le persone – ricorda Elkann -. Negli ultimi 14 anni, abbiamo vissuto insieme successi e difficoltà, crisi interne ed esterne, ma anche momenti unici e irripetibili, sia dal punto di vista personale che professionale”.
“Per tanti Sergio è stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile – prosegue Elkann – Per me è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico”.
Marchionne, prosegue Elkann, “ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano”.
“Ci ha insegnato che l’unica domanda che vale davvero la pensa farsi, alla fine di ogni giornata, è se siamo stati in grado di cambiare qualcosa in meglio, se siamo stati capaci di fare una differenza – ha ricordato ancora – E Sergio ha sempre fatto la differenza, dovunque si sia trovato a lavorare e nella vita di così tante persone. Oggi, quella differenza continua a farla la cultura che ha introdotto in tutte le aziende che ha gestito e ne è diventata parte integrante”.
“Le transizioni che abbiamo appena annunciato, anche se dal punto di vista personale non saranno prive di dolore, ci permettono di garantire alle nostre aziende la massima continuità possibile e preservarne la cultura – ha concluso Elkann – Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni. Chiedo a tutti di comprendere l’attuale situazione, rispettando la privacy di Sergio e delle persone che gli sono più vicine”.