Si stringono i tempi per la presentazione del decreto legislativo sui lavori usuranti, ma sembra difficile che il provvedimento sia esaminato dal Consiglio dei ministri già domani come annunciato dai rappresentanti del ministero del Lavoro ai sindacati nei giorni scorsi. Il decreto, che ripercorrerà nella sostanza quanto previsto dal Governo precedente, dovrà identificare quali sono i casi in cui i lavoratori adibiti ad attività faticose avranno diritto a benefici pensionistici (fino a tre anni di anticipo per l’accesso alla pensione a fronte comunque di almeno 35 anni di anzianità contributiva). Il decreto va presentato in Parlamento entro il 24 febbraio per evitare che scada la delega.
La platea dei potenziali beneficiari, secondo calcoli della Cisl, arriva a circa 900.000 persone nel complesso, con circa 15.000 richieste di anticipo della pensione previste per ogni anno. I lavoratori interessati sono quelli del decreto Salvi del 1999 (che aveva definito alcune attività usuranti come quelle nella lavorazione degli elettrodomestici, nei prodotti dolciari, nelle calzature e nelle resine sintetiche), coloro che fanno abitualmente lavoro notturno (almeno 64 notti l’anno), gli operai impegnati su catena di montaggio e i conducenti di veicoli adibiti a trasporto collettivo con almeno 9 posti (quindi i guidatori di autobus e metro ma anche quelli impegnati negli scuolabus, autobus turistici ecc). Il sindacato ha chiesto che tra le attività usuranti rientrino anche quella degli infermieri che fanno le notti, anche se i turni notturni sono inferiori al limite previsto dal provvedimento.
Per ottenere il beneficio bisognerà aver eseguito attività usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10 fino al 2017, mentre dal 2018 in poi basterà essere stati impegnati in questa attività almeno metà della propria vita lavorativa. I sindacati chiedono che le due possibilità siano rivendicabili anche alternativamente da subito. Secondo i calcoli sindacali, sono circa 850.000 le persone che fanno lavoro notturno (ma solo 450.000 circa quelli che fanno almeno 64 notti l’anno e che quindi rientrerebbero tra i potenziali beneficiari) mentre 350.000 lavorano nelle attività usuranti del decreto Salvi. Gli operai in catena di montaggio sono circa 90.000 mentre 65.000 sono i conducenti di autobus (o comunque di mezzi collettivi con oltre 9 posti). (LF)
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