Da gennaio a giugno 2024 il bilancio delle morti sul lavoro è a dir poco drammatico: 469 vittime, ossia 100 in più di maggio e 19 decessi in più del giugno 2023 (+4,2%), di cui 364 vittime in occasione di lavoro (5,2%) e 105 quelle in itinere. Un “drammatico bilancio di metà anno”, commenta Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, “e la previsione per l’emergenza delle morti sul lavoro di fine 2024 pare sia già tristemente definita. Contorni e contenuti di questa tragedia sembrano non voler cambiare. Questo, purtroppo, è il dato più significativo e sconfortante, perché racconta l’emergenza ‘insicurezza’ nei luoghi di lavoro”.
Secondo lettura dell’ultima indagine elaborata dal team di esperti dell’Osservatorio sull’incremento dei decessi sul lavoro, a finire in zona rossa a fine giugno 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15,4 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Campania, Emilia-Romagna e Umbria. In zona arancione: Abruzzo, Puglia, Calabria, Lazio e Basilicata. In zona gialla: Lombardia, Toscana, Piemonte e Liguria. In zona bianca: Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Molise, Marche e Veneto.
Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (64). Seguono: Emilia-Romagna (41), Lazio (39), Campania (35), Sicilia (30), Piemonte (23), Puglia (22), Toscana (21), Veneto (17), Trentino-Alto Adige (15), Calabria e Abruzzo (9), Liguria (8), Umbria (7), Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Marche (6), Basilicata (3), Valle d’Aosta (2) e Molise (1).
Alla fine dei primi sei mesi del 2024 è ancora il settore delle costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro (68), seguito dalle attività manifatturiere (47), da trasporti e magazzinaggio (34) e dal commercio (26).
Quanto alla ripartizione dei lavoratori più a rischio per fascia d’età, effettuata attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati), il dato più preoccupante si rileva tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza del 65,8), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 23,8).
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sei mesi dell’anno sono 81 su un totale di 364, mentre sono 22 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il loro rischio di morte sul lavoro risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani e, infatti, gli stranieri registrano 34,1 morti ogni milione di occupati, contro i 13,3 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine giugno 2024 sono 28, mentre 12 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Crescono dello 0,9% le denunce di infortunio totali rispetto a giugno 2023. Un tasso di crescita decisamente inferiore rispetto ai mesi precedenti. Le denunce erano 296.665 a fine giugno 2023, nel 2024 sono passate a 299.303. A fine giugno 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle attività manifatturiere (35.391); seguono costruzioni (17.730), sanità (17.275), trasporto e magazzinaggio (16.104) e commercio (15.587).
La ripartizione delle denunce totali per genere, nazionalità ed età rilevano che, da gennaio a giugno 2024, per le lavoratrici sono state 107.873, quelle dei colleghi uomini 191.430.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 202.908, mentre degli stranieri sono 50.043.
La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 64.510 denunce (il 21,6% del totale).
e.m.