“E’ inaccettabile” immaginare la flessibilità in uscita per il pensionamento a costo zero. E’ unanime il giudizio di Cgil, Cisl e Uil sull’ipotesi che l’introduzione della flessibilità dovrà essere a costo zero.
“Sistema a costo zero – ha detto Vera Lamonica, segretario nazionale Cgil, in audizione alla Commissione lavoro alla Camera – significa scaricare tutto il costo sui lavoratori. Le fasce di penalizzazione sarebbero inaccettabili”.
Una flessibilità a costo zero – ha detto Maurizio Petriccioli della Cisl – sarebbe sostenibile solo per chi ha redditi elevati”. “La Fornero – ha aggiunto – ha sottratto alla spesa previdenziale circa 80 miliardi. La legge di Stabilità deve trovare le risorse per la copertura finanziaria di una serie di problemi pensionistici”.
“Siamo rimasti increduli sentendo affermazioni sulla flessibilità a costo zero – ha detto Domenico Proietti della Uil – nel paese è maturato un consenso quasi unanime, grazie al sindacato, per reintrodurre il principio della flessibilità. La legge Fornero di fatto ha bloccato il turnover”.
I sindacati promettono anche di dar battaglia, dopo che il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano ha annunciato che lo stop del Mef sulla settima salvaguardia degli esodati per questione di risorse. “C’è un problema di certezza del diritto – ha detto Domenico Proietti della Uil nel corso dell’audizione sulla flessibilità per l’andata in pensione – c’è una legge che stabilisce l’uso delle risorse per i lavoratori esodati”.
“E’ un problema noto a tutti – ha aggiunto Maurizio Petriccioli della Cisl – ed è necessario trovare una soluzione strutturale con la legge di Stabilità. Sarebbe grave non garantire le risorse”. Critiche al Mef anche da parte di Vera Lamonica della Cgil sulla novità dello stop alla settima salvaguardia.
La sindacalista contesta anche le stime su opzione donna. “Deve essere rimossa l’interpretazione dell’Inps che è errata. E’ demenziale ipotizzare che tutte vogliano andare in pensione a 57 anni rinunciando al 30% dell’assegno”.