Jabil, la multinazionale americana dell’elettronica che, nello stabilimento di Marcianise (Ce), occupa circa settecento dipendenti, oggi in cassa integrazione straordinaria a rotazione, ha riconfermato il piano industriale presentato alla fine del 2013.
A seguito dell’incontro tenutosi al ministero dello Sviluppo Economico con Fim, Fiom e Uilm nazionali e territoriali, infatti, l’azienda ha dichiarato di voler procedere con la riduzione, entro la fine dell’anno, del numero dei dipendenti a 300 unità, tramite licenziamenti al termine della cassa integrazione.
I sindacati della categoria metalmeccanica hanno risposto all’azienda che “il piano è inaccettabile e va ritirato”, aggiungendo: “Occorre mettere in campo immediatamente, per scongiurare l’esplosività della situazione sociale, azioni che possano attrarre investimenti nel territorio e fermarne il declino industriale”.
Evidenziando la critica situazione del casertano, “che continua a subire una disastrosa desertificazione industriale, avvelenato dalla presenza della criminalità organizzata, dove la piaga sociale della mancanza di lavoro si sente ancor più drammaticamente rispetto al resto del paese”, i sindacati hanno sottolineato la necessità di fissare un piano d’azione comune.
Il ministero dello Sviluppo economico, quindi, dopo aver invitato Jabil a ripensare il piano industriale e rinunciare all’idea dei licenziamenti, si è impegnato a convocare per il 20 giugno prossimo un tavolo con la regione Campania, le istituzioni della città di Caserta, le organizzazioni sindacali e Confindustria, al fine di individuare interventi straordinari per rilanciare l’industria della zona di Caserta.
Il tavolo con Jabil al Mise è stato invece riconvocato per settembre, mentre la prossima settimana si svolgeranno le assemblee tra i lavoratori con i quali verranno decise eventuali iniziative di mobilitazione.