In Spagna il risanamento dei conti pubblici non si farà a qualunque prezzo, ha avvertito il governo: niente provvedimenti che paralizzino la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. E niente aumenti dell’Iva per non nuocere ai consumi”. Lo ha spiegato la portavoce del governo, Soraya Saenz de Santamaria, durante la conferenza stampa di presentazione del bilancio 2012. Invece di alzare l’Iva “aumenteremo le imposte sulle grandi società”, ha detto.
Complessivamente il governo ha messo in campo una manovra correttiva da 27 miliardi di euro sul bilancio centrale, a cui si dovranno aggiungere altri provvedimenti da parte delle varie amministrazioni periferiche e delle autonomie locali, già sotto pressione dal 2008 dopo l’esplosione della bolla immobiliare nel paese. La maggior parte degli economisti ritiene che la Spagna abbia bisogno di economie totali da 50 miliardi di euro, se il Pil 2012 calerà dell’1,7 per cento come atteso dal governo. Se andasse peggio servirebbe di più. Questo allo scopo di centrare gli obiettivi di taglio del deficit: al 5,3 per cento del Pil quest’anno e al 3 per cento nel 2012.
Tuttavia oggi il governo è stato quanto mai chiaro nell’affermare che questi obiettivi, appunto, non verranno perseguiti “a qualsiasi costo”, ha detto la Saenz de Santamaria. Bisogna “sostenere i più bisognosi ed evitare di paralizzare la crescita e la creazione di nuova occupazione”. Per questo “abbiamo deciso di non toccare le rivalutazioni delle pensioni, di congelare i salari dei funzionari pubblici invece di tagliarli e di mantenere gli assegni sociali e le indennità di disoccupazione”. (LF)
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