Nel 2022 la difficoltà nelle forniture di semiconduttori e altri componenti ha determinato in Italia per il gruppo Stellantis una perdita di circa 200mila vetture rispetto alle potenzialità produttive degli ordini acquisiti (stop a 608 turni pari a circa 274 giorni di lavoro)il gruppo Stellantis ha perso in Italia circa 200mila vetture a causa degli stop produttivi per mancanza di semiconduttori. E’ quanto rileva il rapporto della Fim-Cisl su produzione e occupazione negli stabilimenti italiani della casa automobilistica, sottolineando che il problema è iniziato nel 2021 e probabilmente condizionerà anche il 2023.
“La serie negativa degli ultimi quattro anni è un dato certamente positivo, ma se esaminiamo l`arco temporale 2017-2022 c`è ancora molto da lavorare per recuperare circa un terzo della produzione persa (da 1.035.454 a 685.753), che ha interessato nella stessa misura le autovetture e i veicoli commerciali. Riteniamo importante che il ministro Urso convochi subito il tavolo ministeriale Stellantis. Dobbiamo verificare concretamente l`arrivo nel nostro paese dei nuovi investimenti previsti dal piano Dare Fowards, necessari al lancio di nuove produzioni”. Lo ha detto il segretario nazionale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano.
Secondo la Fim “è altrettanto urgente che il Governo affronti con determinazione il problema della difficoltà per il settore a reperire materie prime e semiconduttori e della conseguente necessità strategica di accorciare le catene di fornitura. Tema che il Governo dovrebbe porre con forzaanche in ambito europeo. Abbiamo più volte denunciato la gravità di questa situazione, che indebolendo uno dei settori industriali più rilevanti colpisce pesantemente il reddito dei lavoratori e riduce il bacino occupazionale del Paese, determinando ripercussioni estremamente negative anche sull`indotto”.
La Fim chiede dunque al Governo di convocare un tavolo per la verifica del piano industriale di Stellantis. Una verifica che “stiamo sollecitando a gennaio” perché “dobbiamo ottenere per ogni realtà una prospettiva industriale e occupazionale”.
Per la categoria della Cisl “l`impegno assunto dal Ceo di Stellantis di ‘non chiudere gli stabilimenti, ma di trasformarli tecnologicamente’ deve essere perseguito sempre e deve essere accompagnato da soluzioni concrete. L`incontro di verifica sull`attuazione del piano deve ottenere stati di avanzamento concreti e positivi su tutti gli aspetti necessari a mettere in sicurezza gli stabilimenti, gli enti e l`occupazione: dalle localizzazioni delle future piattaforme e delle nuove produzioni, al ruolo assegnato all`Italia nei vari ambiti a partire dalla ricerca e sviluppo, al rilancio dei vari marchi prodotti in Italia, oltre alla possibilità di produrre vetture di altri marchi del gruppo nel nostro Paese, oltre alla verifica degli investimenti relativamente alla componentistica relativa alle motorizzazioni elettrica e idrogeno, alla digitalizzazione, alla connettività e alla guida autonoma. Dovremo inoltre approfondire gli aspetti di dettaglio sull`investimento relativo alla gigafactory di Termoli a partire dalle implicazioni di carattere industriale, occupazionale e professionale”.
tn