“Non abbiamo più parole”. “Basta privatizzazioni, mai più treni in transito e lavori in corso”. “Non sono incidenti sono omicidi”. Sono gli striscioni che urlano di rabbia e dolore nel corteo silenzioso partito stamattina dalla stazione di Vercelli e che sfilerà lungo le strade cittadine in memoria dei cinque operai morti nel tragico incidente di Brandizzo. La commemorazione è stata organizzata da Cgil, Cisl e Uil e per la giornata odierna è stato proclamato anche uno sciopero di otto ore in provincia di Vercelli e a livello regionale nelle categorie edili e dei trasporti. Per onorare la memoria di Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa, Kevin Laganà, ma anche per dire basta a quella che sembra una strage senza fine di morti sul lavoro.
Solo nel 2022 si contano 1.090 vittime, ricorda nel suo intervento il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e negli ultimi 15-20 ne se contano quasi 20mila. “Basta ipocrisia” è il monito del segretario, “è il momento di dire basta e di cambiare. Abbiamo fatto scioperi, ma dobbiamo alzare ancora di più il livello della protesta”, perché fin quando i governi continueranno a farsi guidare dalla “logica del mercato e del profitto”, “finché la sicurezza sarà considerata un costo e non un investimento, è chiaro che queste situazioni non si cambiano. Credo sia venuto il momento non delle pacche sulle spalle e dei falsi cordogli di ipocrisia, ma è venuto il momento di cambiare radicalmente questo sistema”. Per Ladini le tragedie che si consumano sui loghi di lavoro “sono determinate dalla volontà di abbassare i sistemi di sicurezza per accelerare i tempi e risparmiare sul lavoro. Negli ultimi anni decine di lavoratori hanno già perso la vita in simili eventi. È il momento di dire basta: basta morti sul lavoro, è necessario e non più rinviabile un atto di responsabilità del Governo e delle Istituzioni per cancellare le morti sul lavoro e gli infortuni”.
“Pieno sostegno allo sciopero. La tragedia di Brandizzo, le cinque vite spezzate, le famiglie coinvolte, invocano che sia fatta piena chiarezza sull’accaduto, che sia assicurata giustizia, che si prendano contromisure per far sì che drammi del genere non si ripetano mai più. Ogni morte sul lavoro, ogni infortunio, è uno sfregio alla dignità del Paese”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl , Luigi Sbarra, a margine di una iniziativa della Cisl Calabria. “Bisogna fermare una scia di sangue che – ha aggiunto Sbarra – travolge ogni giorno più di tre persone. Alla politica e al sistema delle imprese diciamo che non bastano cordoglio e indignazione, non è sufficiente listarsi a lutto. Non c’è più spazio per le parole: pretendiamo subito azioni concrete. Vuol dire, tra l’altro, limitare le esternalizzazioni e le catene di sub-appalto, qualificando le imprese, assegnando loro un rating sociale collegato al rispetto dei contratti e delle procedure. Vanno aumentati controlli e numero degli ispettori, incrementate le sanzioni e la prevenzione, con un forte investimento sulla formazione dei lavoratori e delle dirigenze. C’è da sostenere un’evoluzione delle relazioni industriali in senso partecipativo che riconosca ai delegati dei lavoratori più incisivi poteri sulle scelte delle aziende. Al Governo chiediamo di mettere queste e le altre proposte unitarie al centro del tavolo aperto al ministero del Lavoro, per realizzare finalmente una strategia nazionale sulla sicurezza che rimetta al centro il protagonismo unificante del lavoro e il valore innegoziabile della vita umana”.
e.m.