“La politica non può tirarla in lungo con i ‘forse’: i completi questa incredibile e eccezionale opera pubblica, di cui l’Italia dovrebbe aver vanto in giro per il mondo, perché di opere così ne ho viste poche. Il tunnel c’è”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, durante la visita al cantiere Tav a Chiomonte.
“Leggeremo i numeri” sul costo per finire la Torino-Lione, “ma i numeri oggettivi, non numeri che vengono giù dalle montagne: se il treno va dritto e non su e giù sulle montagne consuma meno, non serve uno scienziato per capirlo. In ballo ci sono 50mila posti di lavoro e miliardi di interscambio con la Francia”, ha sottolineato.
“Settecentomila uomini e donne in divisa per sorvegliare un cantiere, quasi 400 feriti, quasi 1.000 condannati: sono numeri indegni di un Paese civile. Sarò e saremo inflessibili con coloro che alzeranno un dito contro i lavoratori o gli esponenti delle forze dell’ordine”, ha concluso il ministro Salvini
Sulla stessa linea anche viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, che in un’intervista a Formiche.net dichiara “Se al nord facessimo un referendum il sì alla Tav passerebbe con l’80%”.
“Ha sempre senso fare un referendum perché la Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo e dunque il popolo ha sempre ragione”. I dati dell’Istat, dice il leghista, parlano chiaro: “Abbiamo una constatazione di un forte calo del Pil. La Tav è un simbolo: anche da un punto di vista evocativo, se si ferma un cantiere come la Tav si ferma il Pil. Dobbiamo stare attenti a dare i giusti segnali”. Adesso, aggiunge, “è il momento di reagire con una spesa sana in investimenti”.
La visita di Matteo Salvini a Chiomonte, dice Garavaglia, “più che una provocazione mi sembra una verifica seria delle informazioni. Anche perché in questi giorni ne abbiamo sentite di tutte. C’è chi dice che i lavori non sono mai iniziati, che il buco non c’è, che il cantiere non è mai partito. Basta andare sul posto e guardare con i propri occhi”.
Sull’analisi costi-benefici, aggiunge Garavaglia, rimangono questioni da definire: “Pare che l’analisi affronti la questione delle minori accise derivanti dai pedaggi, che evidentemente ha poco senso. Pare inoltre che si parli di tassi di riempimento merci e passeggeri più bassi della realtà, e non è considerato bene il problema in relazione ai tempi di passaggio. Per il momento siamo ancora al ‘pare’, quando ci sarà un testo ci confronteremo”.
A stretto giro arrivano le repliche di diversi esponenti del Movimento 5 Stelle.
Il sottosegretario al governo Stefano di Manlio duro su Twitter: “Basta chiacchiere inutili su un’opera inutile, che non si farà. Punto. Pensiamo ai ponti, alle strade, agli argini dei fiumi di cui ha urgenza il nostro Paese. #NoTav #M5S”.
E ancora il sottosegretario all’economia Laura Castelli: “Eravamo insieme al tavolo per scrivere il contratto di governo e ricordiamo tutti molto bene il momento in cui scegliemmo la strada da percorrere su Tav. Si vada avanti in quella direzione: rivedere completamente l’opera in base all’analisi costi/benefici. Nel frattempo consiglio alla Lega di non strumentalizzare questo tema per mera campagna elettorale”.
“Sono sicura che Salvini abbia visto con i propri occhi, oggi, cosa c’è di un’opera che è diventata oramai leggenda: quasi il nulla. Mi stupiscono anche le dichiarazioni della Ministra dei trasporti francese che parla, con apparente entusiasmo, di un’opera per la quale Parigi non ha messo un euro sulla sua tratta nazionale”, sostiene Castelli.
Mentre il deputato grillino Francesco Silvestri dice che “Tra le tante balle diffuse in queste settimane da giornali e tv c’è quella per cui il Tav Torino-Lione sia un’opera già iniziata: non è così! Oggi il ministro Salvini non è andato a vedere il cantiere del Tav, ma solo un buco di 5 metri che serviva per studiare la fattibilità dell’opera”.
“Cosa staremmo fermando dunque? Cosa crede di aver visto Salvini? L’unica cosa davvero importante in questa fase – prosegue – è definire se l’opera sia utile e sostenibile dal punto di vista economico e ambientale, che è quello che stiamo verificando con grande senso di responsabilità. È evidente che, se il Tav non si dovesse fare, i soldi risparmiati saranno investiti per lavori essenziali ai cittadini. La più importante Grande Opera da fare per il nostro Paese si chiama ‘Manutenzione’. Questo non vuol dire quindi che siamo solo per il ‘No’, anzi, ora grazie al grande lavoro dei ministri Toninelli e Bonafede siamo sicuri che qualsiasi opera si potrà realizzare senza il ‘magna magna’ al quale siamo stati abituati in questi anni e stiamo già lavorando per questo”.
“Su un’opera come il Tav Torino-Lione non si possono fare congetture e prendere posizioni solo su una base ideologica o, peggio ancora, fondandosi su dati farlocchi messi in piedi in fretta e furia. Se i conti sono stati fatti come in passato per la BreBeMI o altre grandi opere (vedi il Mose), non c’è da fidarsi. Purtroppo le grandi opere in Italia sono ricordate solo per i tempi biblici, le mazzette e la corruzione. Noi non abbiamo alcuna intenzione di dare vita agli sprechi del passato: i soldi devono essere spesi per le opere davvero utili ai cittadini. Bucare una montagna piena di amianto per far passare un treno che dovrà trasportare merci e persone su una tratta con livelli di traffico in continuo calo e che vedrebbe la luce tra 30 anni è davvero una priorità per questo Paese o solo per le tasche di qualcuno? A quali reali interessi risponde quest’opera? Se Salvini è convinto che fermare il Tav Torino-Lione sia uno spreco di soldi ci spiace, ma confidiamo che dopo essere andato a Chiomonte si sia accorto che quello è solo un tunnel geognostico e che dunque non stiamo fermando nulla”. Lo dichiara in una nota Michele Sodano, portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei deputati.
TN