Il 21 novembre, dopo quasi un anno, si è riunito il tavolo tecnico regionale sull’integrazione socio-sanitaria. Secondo la Uil Abruzzo la riunione non è stata però “operativa come avrebbe dovuto perché la Regione non ha messo a disposizione i dati necessari per la rideterminazione degli Enti d’Ambito Sociale e dei Distretti, a cominciare dal numero degli accessi al PUA (Punto Unico di Accesso)”. La Regione si è nuovamente impegnata ad inviare i dati prima del prossimo incontro, previsto per il 12 dicembre.
Nel Piano Sociale Regionale è previsto che gli Enti d’Ambito Sociale e le ASL entro il 31 dicembre elaborino il Piano Socio-sanitario d’Ambito, sulla base delle linee guida prodotte dal tavolo tecnico regionale sull’integrazione socio-sanitaria. “È chiaro – sostiene il sindacato – che in un mese non sarà possibile elaborare dette linee guida, per cui si ritiene necessario modificare la data di scadenza per i Piani Socio-sanitari d’Ambito. Vanno inoltre chiarite le risorse disponibili per detti Piani, non perché ci si aspetti risorse specifiche aggiuntive, ma perché occorre che non solo gli Enti d’Ambito Sociale, ma anche le ASL, indichino chiaramente le risorse reali umane e strumentali disponibili per l’integrazione. Solo così detti Piani costituisco un segno di cambiamento e di innovazione. Occorre dunque che nei Piani siano ben chiare le risorse apportate dalla sanità, divise per Dipartimenti e Distretti. Non può succedere quanto avviene per i Piani Locali per la Non Autosufficienza, dove il Piano è di esclusiva competenza degli Enti d’Ambito e, quindi, le uniche risorse realmente presenti sono in capo ad essi, mentre non vi è un’analisi precisa delle risorse ASL, ma esclusivamente il rispetto di un rapporto proporzionale, in quanto per l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) le risorse sanitarie devono costituire l’80% della spesa”.
“È stata sottolineata – prosegue la Uil – la necessità dell’attuazione di quanto previsto nel nuovo Piano Sanitario circa l’allocazione dei consultori nei Distretti (come avviene nel resto del territorio nazionale) e non nei Dipartimenti di prevenzione, come avviene oggi in Abruzzo, con spreco delle risorse umane e strumentali di cui invece hanno un gran bisogno i Distretti. Il nuovo Piano Socio-sanitario d’Ambito non può né deve essere un impegno posto in capo agli Enti d’Ambito ma un obbligo preciso anche delle ASL, e ciò deve emergere dagli atti della Regione”. (LF)
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