“Nonostante la massiccia dose di misure emergenziali messe in atto in questi lunghi mesi, l`indicatore dell`occupazione segna, ad ottobre, una flessione tendenziale del 2%. Mancano all`appello quasi 500 mila occupati a cui si unisce una preoccupante crescita di disoccupati ed inattivi (300 mila unità)”. Ad affermarlo è il segretario confederale della Uil, Ivana Veronese.
Ma “è soprattutto il lavoro temporaneo che continua in questi mesi a risentire maggiormente dell`impatto della crisi, con un numero di mancati rinnovi contrattuali per 381 mila dipendenti a termine. E lo sappiamo bene che a pagare il maggior prezzo di questa, come di precedenti crisi, sono soprattutto i giovani con i loro contratti instabili e a scadenza. Gli indicatori per loro sono tutti negativi: scende fortemente il numero di occupati e cresce sensibilmente, da un anno all`altro, la quota di coloro che sono in cerca di occupazione e che sono scoraggiati da un lavoro che non riescono ad intercettare. Per loro e il loro futuro, che non è solamente lavorativo, ma anche di vita, occorre fare di più”.
A tamponare “la situazione emergenziale, per ora, ci sono gli strumenti di sostegno al reddito, il blocco dei licenziamenti e le indennità-Covid introdotte dalla decretazione d`urgenza e prorogate anche nel più recente Decreto Ristori Quater, ma quando le misure finiranno, il mondo del lavoro ne uscirà con le ossa rotte se non si programmano già da oggi, e celermente, le politiche da attuare per il domani. Giovani e donne, soprattutto nel Mezzogiorno, sono coloro che attendono da più tempo risposte che tardano ad arrivare. È ora di fare concretamente qualcosa per loro”, ha concluso.
TN