E’ stato approvato oggi, dal cda del gruppo Unicredit, il nuovo piano strategico valido fino al 2018. Tra le misure, tagli al personale del gruppo per 18.200 unità, compresa la riduzione di 6.000 dipendenti relativi alla cessione dell’Ucraina e alla joint venture tra Pioneer e Santander. La diminuzione dei dipendenti si realizzerà sia nei corporate centres (-17% rispetto al 2014) sia nelle banche commerciali in Italia, Germania e Austria e nella regione Centro-Est Europa (-9% rispetto al 2014). In questo modo, spiega il comunicato diffuso dopo il cda che ha approvato il piano, nel 2018 la forza lavoro del gruppo ammonterà a circa 111.000 dipendenti.
Il nuovo piano di UniCredit prevede tra l’altro la riduzione di circa 800 unità del numero delle filiali entro il 2018 in Italia, Germania e Austria, dopo aver già realizzato una riduzione di 928 filiali da gennaio 2014 a settembre 2015. I costi di integrazione relativi alle iniziative di riduzione del personale ammontano a circa un miliardo di euro, al lordo delle imposte, e saranno contabilizzati principalmente nel 2016.
L’obiettivo di risparmio di costi previsto dal piano ammonta a 1,6 miliardi quale risultato di una riduzione sia dei costi del personale (-0,8 mld) sia delle altre spese amministrative (-0,8 mld), queste ultime soprattutto nella Banca commerciale in Germania (-46%) e Austria (-13%).
Nei primi 9 mesi del 2015 il gruppo UniCredit ha realizzato un utile netto 1,541 miliardi di euro, in calo del 16,1% rispetto ai primi 9 mesi del 2014. Sul dato, spiega il comunicato sui conti, pesano 400 milioni di componenti straordinarie relative a nuovi oneri sistemici, alla svalutazione di Ukrsotsbank e a maggiori accantonamenti su crediti denominati in franchi svizzeri in Croazia.
Nel solo terzo trimestre 2015, l’utile netto del gruppo si è attestato a 507 milioni di euro, con un calo del 29,8% rispetto al terzo trimestre 2014 e del 3% rispetto al trimestre precedente. Il dato del trimestre è superiore alle stime del consensus degli analisti (458 mln).
“Abbiamo approvato un piano che prevede per il 2018 obiettivi importanti in termini di redditività e coefficienti patrimoniali, confermando la capacità del gruppo di generare capitale in modo organico e di distribuire dividendi”, ha commentato l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni. “Vogliamo raggiungere questi obiettivi – ha aggiunto – in un contesto macroeconomico che rimane non facile, con tassi di interesse ai minimi storici e un rallentamento della crescita economica internazionale. È un piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso”.
“Ma – ha sottolineato Ghizzoni – è soprattutto realistico, perché si basa su azioni che dipendono dalle nostre scelte manageriali, ed è un piano totalmente autofinanziato. Siamo quindi pienamente fiduciosi circa la sua realizzazione”.
“Possiamo rafforzare il nostro modello di banca commerciale di dimensione europea sia con misure rilevanti di contenimento dei costi sia con azioni di discontinuità come l’uscita o la profonda ristrutturazione di business a bassa redditività. Prevediamo investimenti importanti per il futuro della banca: solo per l’evoluzione digitale del gruppo investiremo un miliardo e 200 milioni di euro”.
Il nuovo piano strategico di UniCredit prevede anche l’obiettivo di un un utile netto al 2018 di 5,3 miliardi di euro, con il Rote (return on tangible asset) all’11%. Gli altri target finanziari al 2018 prevedono costi totali a 12,9 miliardi, con un rapporto costi ricavi al 50% e un costo del rischio a 67 punti base.
Il Cet1 ratio fully loaded è atteso al 12,6%, prima della distribuzione dei dividendi e superiore all’obiettivo interno dell’11,5%. Un livello che consentirà “una distribuzione cospicua di dividendi”, pari a una percentuale di distribuzione dell’utile del 40% in media negli esercizi compresi nell’arco del piano.
Sempre al 2018, il target relativo ai crediti a clientela è di 503 miliardi di euro, con asset ponderati per il rischio a 425 miliardi.