Si è tenuto lo scorso martedì 19 dicembre un incontro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza Wärtsilä di Trieste in cui l’azienda ha respinto la richiesta di governo e sindacati di prorogare i contratti di solidarietà per ulteriori sei mesi.
“Un atto di arroganza gravissimo da parte della multinazionale, che apre la strada del licenziamento per centinaia di lavoratori diretti e degli appalti e che pone forti dubbi sulla stessa permanenza della multinazionale in tutto il territorio nazionale”, dichiarano in una nota congiunta Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom-Cgil e Marco Relli, segretario generale Fiom-Cgil di Trieste. “Wärtsilä Italia compie una scelta irresponsabile che fa precipitare la vertenza e apre scenari drammatici per le lavoratrici e i lavoratori.”
“Adesso, per scongiurare i licenziamenti, occorre che il Governo scenda in campo con determinazione, per far recedere Wärtsilä dalla sua decisione e per un accordo di programma da realizzarsi in tempi certi sulla reindustrializzazione del sito di Trieste. Ciò per garantire la continuità produttiva del sito e per salvaguardare l’occupazione dell’insieme delle lavoratrici e dei lavoratori”, concludono Trevisan e Relli.
Una decisione definita “inaccettabile” anche da Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, che aggiunge: “Ha fatto bene la sottosegretaria Fausta Bergamotto a richiamare più volte, nel corso dell’incontro, l’azienda alle sue responsabilità in merito al suo impegno alla reindustrializzazione, in conseguenza della scelta unilaterale di voler dismettere la produzione dei motori in Italia. Il Governo deve utilizzare tutti gli strumenti e le iniziative per costringere Wartsila ad onorare l’impegno assunto con l’accordo del 29 novembre 2022, con il quale si era impegnata a proporre aziende serie da insediare con validi progetti industriali che avrebbero assorbito i 300 lavoratori precedentemente impiegati nelle attività di produzione”.
Per il segretario nazionale della Fim-Cisl, Massimiliano Nobis, la decisione dell’azienda “mette in evidenza l’irresponsabilità dell’azienda davanti a una prospettiva di reindustrializzazione che, a differenza dei mesi scorsi, si fa concreta. Al tavolo vi sono stati segnali precisi rispetto al percorso di reindustrializzazione e rioccupazione, confermato anche dall’avvio dell’Accordo di programma. Un primo passaggio, certo, ma necessario che mette le basi per promuovere e sostenere le attività industriali e occupazionali sul territorio di Bagnoli. L’accordo vede infatti impegnati comuni, Regione, il Governo e l’Autorità portuale di Trieste, insime a Confindustria, Wartsila, Ansaldo Energia e le Organizzazioni Sindacali, per il rilancio industriale.
“La presenza al tavolo di Ansaldo Energia- continua Nobis – va in questa direzione, l’azienda ha infatti confermato l’impegno per realizzare un’attività produttiva sull’industria del green nel sito di Bagnoli differente dalla produzione di turbine che ha nello stabilimento di Genova. Davanti a quersti avanzamenti, Wartsila non ha arretrato di un passo rispetto alla posizione di tre mesi fa. Un atteggiamento ingiustificabile e che riteniamo irresponsabile. Chiediamo a Wartsila di rivedere la sua posizione e prorogare fino a giugno 2024 la durata del Contratto di Solidarietà e al Governo e Regione l’impegno ad accelerare i tempi per la realizzazione dell’Accordo di Programma. Solo se ci sarà il tempo necessario e la collaborazione fattiva di tutti i soggetti interessati di questa vertenza, si potrà garantire un futuro industriale e lavoro al sito di Bagnoli, ai suoi lavoratori e alle loro famiglie”.
e.m.