Whirlpool atto secondo. Dopo l’accordo, lo scorso 30 ottobre, tra il governo e la multinazionale americana, con il quale si stoppava la vendita dello stabilimento di Napoli, l’azienda non ha tuttavia desistito dalle sue posizioni, inviando alla Sec una nota nella quale conferma la propria intenzione di lasciare nei prossimi mesi dell’anno la sede partenopea.
Dura la reazioni dei sindacati dei metalmeccanici, che hanno risposto alla decisione dell’azienda e all’inerzia del governo con una mobilitazione nel capoluogo partenopeo. Al Diario del lavoro Rosario Rappa, segretario generale della Fiom di Napoli, fa il punto su quelli che dovranno essere i prossimi passi per provare a sbloccare la crisi.
Rappa che cosa avverrà ora?
Per noi una data spartiacque sarà il prossimo 29 gennaio, in cui o si avvia un processo condiviso tra Whirlpool, governo, enti locali e sindacato di rilancio del sito produttivo, a partire dalle disponibilità dichiarate da Governo e dalla Regione Campania, o si apre uno scontro a tutto campo che non si limiterà solo a livello locale ma riguarderà l’intero gruppo Whirlpool in Italia ino al punto di trasformare una vertenza sindacale a questione di ordine pubblico. Ci siamo tutto quello che dovevamo dire, ora servono i fatti.
Per Napoli c’è al momento un piano B?
Al momento l’unica soluzione percorribile è quella che punta sul mantenimento della produzione di lavatrici di alta gamma inserendo nuovi modelli che possano raggiungere l’obiettivo della saturazione.
Ma se questa strada non dovesse essere possibile?
Se bisogna puntare su un cavallo diverso allora che sia un cavallo con tutte le carte in regola. Fino a questo momento la soluzione Prs o la creazione di una società ad hoc non sono opzioni attuabili per garantire l’occupazione ai 420 lavoratori e all’indotto. Qualora dovesse essercene bisogno il piano B dovrebbe contemplare un’azienda credibile e ben strutturata sul mercato.
Come si mosso il governo sino a questo momento?
Il governo ha sempre manifestato una vicinanza alle nostre ma, come detto, ora servono fatti concreti.
Tommaso Nutarelli