Prefazione di Guglielmo Epifani
Il volume raccoglie alcuni scritti di Vittorio Foa significativi per la comprensione del percorso intellettuale e politico di uno dei maggiori protagonisti della storia del nostro paese e della sinistra italiana del Novecento. In particolare, sono riprodotte, con la relativa discussione, tre lezioni tenute da Foa nel 1988 ad altrettanti seminari organizzati dall’Università di Camerino su tre temi ricavati utilizzando alcune delle grandi codificazioni binarie che segnano l’universo della politica: fascismo/antifascismo, destra/sinistra, conservazione/progresso. Nelle lezioni e nelle risposte di Foa al dibattito si dispiega una riflessione che investe le questioni del bene e del male, dei valori e dei disvalori, della tolleranza e dell’intolleranza nei progetti di trasformazione, fino all’analisi della collocazione del sindacato nella Costituzione della Repubblica.
La seconda parte del volume è dedicata a un ampio saggio in cui, con il titolo Il paradosso del lavoro, Foa ripercorre la sua esperienza di sindacalista della CGIL che, durata per 35 anni, ha occupato un posto centrale nella sua vita. Accompagnano questo saggio il commiato di Foa dalla CGIL, avvenuto al compimento del sessantesimo anno d’età, e un suo intenso e affettuoso ricordo di Giuseppe Di Vittorio.
Vittorio Foa nasce il 18 settembre del 1910 a Torino, dove si laurea in Giurisprudenza nel 1931. Nel 1933 entra in Giustizia e Libertà. Il 15 maggio del 1935 viene arrestato per antifascismo e condannato a 15 anni di reclusione. Uscito dal carcere nell’agosto del 1943, entra nel Partito d’Azione. Partecipa alla Resistenza ed è componente del Comitato di Liberazione Nazionale. Deputato della Costituente, dopo lo scioglimento del Partito d’Azione nel 1947, aderisce al Partito socialista italiano. È parlamentare per tre legislature, dal 1953 al 1968. Nell’ottobre del 1949 entra nella segreteria nazionale della CGIL accanto a Giuseppe Di Vittorio. È responsabile dell’Ufficio studi, dove chiama ad impegnarsi il giovane Bruno Trentin. Nel 1955 è segretario nazionale della FIOM e di nuovo segretario confederale della CGIL fino al 26 settembre 1970, quando decide di concludere il suo impegno sindacale. Il lavoro nel sindacato per Foa si intreccia sempre con l’attività politica: prima nel PSI, poi nel PSIUP, da dove esce nel 1970. Dopo un periodo di sospensione, dal 1972 si impegna nella costruzione di nuove formazioni politiche fino al 1979, quando sceglie il silenzio politico per quattro anni e si dedica all’insegnamento nelle Università di Modena e Reggio Emilia, Torino, Napoli e Camerino. Il 15 giugno del 1987 viene eletto senatore come indipendente nelle liste del PCI, di cui sostiene la trasformazione in Partito democratico della sinistra. Lasciata la politica attiva, si dedica interamente allo studio e alla scrittura. Muore a Formia il 20 ottobre 2008.